Un’altra estate calda e un’altra manovra. Un’altra minaccia alla sopravvivenza del Ssn e della sanità pubblica. Sembra proprio che i tagli alla cieca siano la specialità di questo Governo deciso a colpire il lavoro dei dirigenti del Ssn, quegli stessi che garantiscono il diritto alla salute dei cittadini. Lo stato di agitazione è all’ordine del giorno della riunione intersindacale del 5 maggio e c’è già chi si dice pronto a ogni forma di protesta. I medici e i veterinari del servizio pubblico lavorano duramente e vedono costantemente la loro opera e il loro importante ruolo sociale denigrati dal potere politico.
Ben venga quindi ogni forma di protesta, ma che vada innanzitutto a colpire chi sta massacrando con strabismo senza precedenti la sanità pubblica e che cerchi di non pesare invece sui cittadini, già stretti in una crisi economica pesante.
A lanciare per prima l’appello alle altre sigle della dirigenza è stata L’Anaao Assomed che, viste le anticipazioni della manovra economica che il Governo si appresta a varare, proporrà a tutte le sigle sindacali della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e amministrativa riunite a Roma il prossimo 5 luglio la proclamazione dello stato di agitazione per respingere l’ennesima minaccia alla sopravvivenza del Servizio sanitario nazionale e pubblico ed al lavoro dei suoi dirigenti che garantisce il diritto alla salute dei cittadini. Lo dichiara il segretario nazionale dell’Associazione, Costantino Troise, e lo riporta il Sole 24 Ore Sanità.
«Con cronometrica puntualità il Governo torna a prendere di mira la categoria. Non soddisfatto di avere, solo un anno fa, congelato le retribuzioni, bloccato il contratto per un triennio, prosciugato i fondi contrattuali, peggiorato i requisiti previdenziali, procurando complessivamente un crollo del potere di acquisto delle retribuzioni di circa il 20%, intenderebbe prolungare il blocco contrattuale e retributivo fino al 2014 e tagliare le retribuzioni superiori a 50.000 euro. Una tassa occulta imposta a tutti i medici e ai dirigenti del San, che del pubblico impiego costituiscono la categoria più numerosa, con “tagli lineari” che colpiscono alla cieca, interessati solo alla cassa e non alla equità e persino alla efficienza, senza rispetto per quantità, qualità e importanza sociale del lavoro svolto.
Un film già visto che carica sui soliti noti, e solo su di loro, il risanamento dei conti pubblici. Mentre l’eternizzato blocco del turn over costringerà a riposi sempre più corti, a più’ straordinari e meno ferie, rubando ogni speranza a 8mila medici precari di lungo corso».
Con una spesa sanitaria inferiore alla media Ocse, il Governo secondo l’Anaao «usa la crisi economica per minare alle fondamenta la Sanità riducendo lo spazio del pubblico a favore del privato. Un effetto tsunami colpirà la sfera delle tutele, con la facile previsione che se oggi solo 8 Regioni sono in grado di assicurare i livelli essenziali di assistenza, domani più nessuna sarà in grado di erogare le prestazioni sanitarie necessarie a garantire il diritto alla salute dei cittadini. Che pagheranno tutto e pagheranno caro».
«Medici e dirigenti sanitari del Ssn – conclude Troise – non accettano il ruolo di “bancomat” di una politica strabica, che ignorando rendite e posizioni di privilegio, e continuando a rinviare la riduzione dei suoi costi ad un secondo tempo, mortifica quelle categorie che con il loro lavoro, strumentalmente denigrato, assicurano la sopravvivenza del Welfare e la tutela del bene più prezioso per i cittadini».
«Decurtazione degli stipendi superiori ai 50.000 euro nel pubblico impiego, ulteriore congelamento dei contratti, prolungamento del blocco del turn over ed ennesima ondata di tagli, anche in sanità. Qualora confermati, questi provvedimenti rappresenterebbero una miscela esplosiva per il sistema sanitario e un’insopportabile ingiustizia per i medici pubblici, che con il loro lavoro garantiscono il diritto alla salute per tutti i cittadini e che oggi vengono trattati come una voce sacrificabile, un capitolo di bilancio sul quale fare cassa», ha detto Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil medici. «Parliamo, lo ricordiamo – aggiunge – degli stessi medici recentemente magnificati dal ministro Tremonti, che tengono in piedi uno dei sistemi sanitari pubblici più qualificati del mondo. Per l’ennesima volta ci viene chiesto un contributo di solidarietà», contributo che sappiamo di aver ampiamente dato. Il ministro Tremonti torni indietro. I medici, già costretti a lavorare in condizioni disagiate, sono esasperati. Il 5 luglio, nella riunione intersindacale, la Fp-Cgil Medici é pronta a concordare unitariamente ogni forma di protesta».
Testo C.Fo.-R.P. – 27 giugno 2011 – riproduzione riservata