Riunione per fare chiarezza su modi e titolarità di eventuali divieti di pesca, consumo e commercio. Il sottosegretario Martini: «Faremo il punto per capire se ci siano fonti inquinanti attive». Anguille: «caso» ancora aperto. Come viene applicata l’ordinanza di divieto di consumo e di commercio delle anguille alla diossina? È da emanare o no l’ordinanza che blocca la pesca delle anguille in tutto il lago di Garda? E a che punto sono le analisi per cercare e trovare le fonti di inquinamento dei fondali del Garda su tutte le sponde che vi si affacciano? Per cercare risposte il sottosegretario alla salute, Francesca Martini, ha convocato per martedì alle 14, una riunione interregionale nella sede del ministero della Salute.
Spiega l’esponente scaligera del Carroccio da Roma: «Rifaremo il punto della situazione per capire come si stia procedendo e, soprattutto, a che punto siano le operazioni sui carotaggi dei fanghi e dei fondali su tutte e tre le sponde del Benaco».
«Dobbiamo riuscire a escludere che ci siano fonti inquinanti attive e se le anguille siano contaminate quindi per contatto con diossine e policlorobifenili che, magari da anni, visto che nell’industria oggi non sono più usati ma vietati, si trovano sui fondali. Vedremo se ci saranno dati nuovi da analizzare e comunque andremo avanti sulla strada già indicata: il ministero coordina il lavoro per ottenere l’omogeneità di provvedimenti».
Ma la riunione di martedì sarà importante anche per capire altri aspetti della intricata vicenda delle anguille alla diossina dato che, ad oggi, nè la Provincia di Verona, nè quella di Brescia o Trento, e neppure le Regioni Veneto o Lombardia, hanno emanato ordinanze di stop alla pesca per il più grasso pesce del Garda.
Eppure, nelle settimane scorse, sia il responsabile del Servizio Caccia e Pesca della Provincia di Verona, Ivano Confortini, che quello del Servizio Veterinario della Ulss 22, Alessandro Salvelli, avevano chiesto che fosse emanato un provvedimento del genere.
«Dal punto di vista tecnico», argomentavano, «siamo convinti che la ordinanza emanata dal ministero il 17 maggio scorso, così com’è non sia sufficiente. O meglio, risulti di difficile applicazione perchè vietare il consumo e la vendita delle anguille non proibisce ai pescatori di catturare questi pesci». Ma su questo punto, cioè sul fatto che non sia stato emanato uno stop alla pesca, il «mistero» è tutt’altro che vicino alla soluzione. Sia la Regione Veneto che la Lombardia, infatti, non sembrano affatto intenzionate a dare input alle rispettive Province per scrivere una ordinanza di blocco della pesca della anguilla.
«Non ci sono appigli legali per fare una operazione del genere da parte della Regione», si ribadisce dalla Unità Sanità Animale e Sicurezza Alimentare del Veneto, «e non possiamo esporci a una iniziativa non supportata tecnicamente».
L’Arena – 19 giugno 2011