«Il focolaio è ancora attivo, ma l’autorità tedesca ha comunicato che dal 23 maggio i casi sono in diminuzione», ha spiegato Fazio, che già ieri ha illustrato la situazione alle Regioni.
Rassicurando sui rischi per il nostro Paese, Fazio ha sottolineato che i casi sono “confinati” nell’area nord della Germania e sono stati riportati casi in 13 Paesi europei, ma tutti riconducibili a precedenti soggiorni in queste aree della Germania. In Italia, invece, non c’è stato alcun caso di infezione. Ma “questo non significa che non potremmo avere domani casi di infezione da cittadini provenienti dalla Germania”, ha aggiunto il ministro secondo il quale, però, “non rappresenterebbe un problema”, perché il sistema è in grado di affrontare la situazione. Per questo Fazio ha invitato a “non diffondere allarmi infondati” che possono generare inutili paure nei cittadini e cambiamenti delle abitudini alimentari che danneggerebbero e problemi anche la nostra economia, come in parte già avvenuto. Per il settore ortofrutticolo, secondo i dati illustrati da Fazio, c’è già stato un calo di vendite in Italia del 5-10%. In ogni caso, il ministro ha spiegato che la Commissione Europea ha approvato l’erogazione di 210 milioni di euro per coprire i danni economici registrati in Italia, Spagna e Olanda, cioè i principali Paesi esportatori di questi prodotti. Risorse che, ha ricordato il ministro, sono peraltro maggiori di quelle inizialmente inizialmente richieste, pari a 150 milioni.
Nel frattempo, comunque, il ministero della Salute ha dato disposizione ai Nas di rafforzare i controlli sui produttori e importatori di semi per la produzione di germogli vegetali nel nostro Paese. “La settimana scorsa i Nas hanno passato al setaccio mercati generali e rionali, controllato 1.136 punti vendita, rilevando 151 irregolarità (pari al 13%) e contestando 149 violazioni amministrative. Precedentemente erano stato sequestrati cautelativamente 5 tonnellate di cetrioli, subito dissequestrati e utilizzati dopo aver verificato che le analisi di laboratorio erano risultate negative”.
I cetrioli, infatti, sono ormai completamente assolti. “Dallo scorso 5 giugno – ha spiegato il ministro – si ipotizza che alla base dell’epidemia da batterio E.coli vi siano germogli di erba medica, lenticchie, fagioli e fieno greco”. “La causa dell’epidemia è sconosciuta”, ha specificato il ministro, spiegando che negli ultimi anni, però, “ci sono state 25 infezioni in tutto il mondo. La causa non è mai stata rintracciata perché gli agenti infettivi sono scomparsi, ma la maggior parte erano associati ai germogli. Ecco perché gli interventi delle Autorità si stanno concentrando lì”.
Il ministro ha poi voluto sottolineare come “dal giugno 2010 ad oggi abbiamo avuto tre crisi nel settore alimentare originate dalla Germania che hanno finito per coinvolgere i consumatori europei; le mozzarelle blu nel giugno del 2010, la diossina nelle uova e nelle carni suine nell’inverno scorso e oggi l’escherichia coli. Senza fare commenti, sarà stata una combinazione, ma questi sono comunque i fatti”. Fazio ha comune spiegato che, nel corso del Consiglio dei ministri di Lussemburgo “ho sollecitato quattro interventi specifici per fronteggiare questa emergenza ma, soprattutto, per migliorare per il futuro il sistema dei controlli”.
Il primo punto richiede una verifica tecnica per stabilire se il sierotipo identificato possa essere stato generato da una modifica, o una manipolazione avvenuta in laboratorio. “Non stiamo parlando di bioterrorismo – ha precisato il ministro -, ma di un modo per provare a tracciare la possibile causa dell’epidemia, il punto di partenza. In questi casi bisogna risalire alle cause che a monte hanno determinato l’insorgenza del problema. In Germania è mancata una verifica a tappeto di tutti gli stabilimenti non solo di produzione ma anche di catering o di impacchettamento di vegetali freschi, né è stata condotta una ricerca sistematica in tutti i laboratori che conducono studi sull’argomento (e ce ne sono) per verificare se si è sviluppata una ricombinazione di batteri con un sierotipo di questo genere e, quindi, tracciarlo dall’inizio”.
Il secondo intervento consiste nell’immediato coinvolgimento dell’ufficio alimentare e veterinario della Comunità Europea con l’invio di un team di funzionari a Berlino.
Il terzo prevedere misure precauzionali comunitarie che contemplino un sistema di identificazione e differenziazione dei sementi che oggi “non sufficientemente tracciati”.
Infine è stato chiesto lo studio di un progetto normativo per il controllo sanitario diretto dei prodotti biologici. “Gli attuali controlli sui prodotti biologici sono, in genere, affidati direttamente ai produttori con un sistema di tipo autoreferenziale, godono di una serie di deroghe e facilitazioni che di fatto risultano incongrue e non sono sottoposti alla disciplina a cui sono invece sottoposti i prodotti alimentari tradizionali. Poiché parte di questi problemi sono stati identificati in strutture di produzione biologica – ha concluso Fazio – credo che questo debba essere un altro aspetto da considerare con molta attenzione”.
il testo integrale dell’audizione di Fazio al Senato
Quotidianosanita.it – 9 giugno 2011