Un gigantesco traffico illegale di tonni rossi è stato scoperto dai militari del nucleo di polizia marittima della Capitaneria di porto di Chioggia. Almeno dodici tonnellate, per un valore di seicentomila euro, di questa specie protetta, sono state commercializzate illegalmente partendo da Sicilia e Sardegna, attraverso un centro di distribuzione di Parma, per arrivare ai mercati all’ingrosso di Milano e Chioggia e, da qui, alle destinazioni finali. Un traffico scoperto grazie alle nuove norme europee sulla tracciabilità dei prodotti ittici. Tutto è iniziato con i controlli di routine al mercato ittico di Chioggia.
A più riprese gli uomini della guardia costiera avevano trovato partite di tonno rosso fuori regola.
In un caso avevano addirittura seguito un carico destinato al mercato svizzero fino alla frontiera di Chiasso. Ma il quantitativo più grosso è stato scoperto lunedì: una tonnellata, pari a una trentina di esemplari, molti dei quali sottomisura, cioè allo stadio giovanile, la cui cattura, vietata per legge, danneggia seriamente la capacità riproduttiva della specie. Il tutto accompagnato da falsi documenti di cattura (Bcd). Questo certificato, da poco introdotto dalla legislazione europea, serve a seguire dal luogo di pesca al consumo finale ogni esemplare della specie, in modo da controllare che ne vanga prelevato il numero consentito ogni anno.
Il confronto con i Bcd originali rilasciati a Marsala ha permesso di svelare i falsi. Ma la quantità ha insospettito i militari che hanno seguito la pista della ditta di trasporto fino ad arrivare al centro di distribuzione di Parma. Qui, l’altra notte, hanno fermato i Tir della ditta (una grossa azienda italiana) e hanno sequestrato 12 tonnellate di tonno rosso che è stato necessario stoccare in un magazzino messo a disposizione dalla Nestlè. Da Parma le tracce del traffico conducevano a Chioggia e a Milano. Qui, ieri mattina, insieme ai colleghi della Capitaneria di Genova, competente per territorio, i militari di Chioggia hanno sequestrato altro tonno. In tutto una trentina di tonnellate, ma solo le prime 12 sono già state convalidate dal magistrato.
Cinque gli autotrasportatori denunciati, tra cui uno che era scappato dal camion, a Milano, lasciando il frigo acceso e le porte chiuse, ma che è stato rintracciato poco dopo. L’indagine continua anche per individuare i potenziali acquirenti.
Tra l’altro, ad alcuni dei tonni, erano state tagliate le pinne, per poterli spacciare per tonni ala lunga, specie meno pregiata il cui prelievo non è, però, contingentato come per il tonno rosso che, proprio dal 23 maggio, non si può più pescare.
La Nuova Venezia – 26 maggio 2011