Il batterio killer, escherichia coli, che ha diffuso il panico in Germania, 4 morti e 600 persone infette, di cui 140 in gravi condizioni, avrebbe un’origine ben precisa. L’Istituto di Igiene di Amburgo ha identificato alcuni cetrioli provenienti dalla Spagna come vettori dei pericolosi agenti patogeni Ehec. Lo ha annunciato il ministero della Salute di Amburgo in una conferenza stampa. Nei prossimi giorni verranno effettuati ulteriori esami. Le analisi sono state fatte per ora solo ad Amburgo perciò “non è da escludere che anche altri alimenti possano essere presi in considerazione quali fonte dell’infezione”. Finora in Germania si registrano almeno quattro vittime, decedute apparentemente a causa del ceppo aggressivo e insolitamente “cattivo” di E. coli enteroemorragico (Ehec).
ATTENZIONE AI SINTOMI – Nel frattempo la Commissione europea ha invitato le persone che si sono recate di recente in Germania a prestare attenzione ad eventuali sintomi dell’infezione che si è diffusa in modo preoccupante nel Paese. «Per il momento non ci sono elementi che indichino un contagio in altri paesi, ma si stanno esaminando dei casi sospetti in Svezia, Regno unito e Paesi Bassi fra persone che hanno viaggiato in Germania nell’ultimo periodo», ha detto il portavoce della sanità, Frederic Vincent. Il sintomo più evidente della malattia è una dissenteria emorragica. E.B.
Corriere.it – 26 maggio 2011
Paura in Germania: germe killer Escherichia Coli fa le prine vittime
È allarme sanitario in Germania per il rapido diffondersi del «germe killer» Escherichia coli (Ehec): l’epidemia causata dal batterio fecale ha fatto le prime vittime, al momento 3. Le autorità hanno confermato infatti il decesso di una donna di 83 anni della Bassa Sassonia, morta dopo un ricovero di nove giorni. A Brema, invece, si registra una seconda vittima: una ragazza di 25 anni che avrebbe riscontrato gli stessi sintomi dell’infezione; un caso di morte sospetta anche nello Schleswig-Holstein. Perplessi per ora medici e ricercatori che non hanno ancora trovato la causa per la diffusione dell’epidemia.
FOCOLAI NEL NORD – Ehec, questo è l’acronimo che sta preoccupando in queste ore l’intera Germania: sarebbero oltre 400 i casi, sospetti o confermati, di persone affette dal batterio della Esterichia coli. I maggiori focolai si troverebbero soprattutto nel nord del Paese: Bassa Sassonia e Brema, Amburgo, Assia. Quaranta delle persone ricoverate in ospedale nei reparti intensivi si trovano attualmente tra la vita e la morte, hanno comunicato le autorità sanitarie. Che parlano di «situazione estremamente seria». La Bild, il popolare tabloid tedesco, descrive intanto la situazione con toni allarmistici, non lesinando con aggettivi catastrofici e scenari da film horror.
SINTOMI E CAUSE – Nei casi più gravi il batterio provoca la sindrome emolitica-uremica che può portare ad una insufficienza renale acuta. I sintomi prevalenti, causati proprio dal germe, sono dolori al ventre del tipo dei crampi, diarree emorragiche. «Non si tratta di un nuovo germe intestinale ma quel che è eccezionale è che in un numero elevato di casi c’è l’insorgenza di malattie gravi», spiega Reinhard Burger, dell’Istituto Robert-Koch di Francoforte. La patologia più comune collegata alla E-coli, il batterio proveniente dall’intestino dei mammiferi, è la dissenteria contratta principalmente da alimenti contaminati. Colpisce le persone attraverso la catena alimentare. In questo caso, il sospetto, la causa potrebbe nascondersi nella verdura concimata con il liquame e successivamente non adeguatamente lavata, ma anche nel latte non pastorizzato o nella carne cruda. La maggiore incidenza è registrata sulle donne adulte.
NUOVI CASI – Particolarmente seria è la situazione nel Land settentrionale dello Schleswig-Holstein, riferisce Spiegel Online. Secondo il ministero della Salute di Kiel, nel giro di un giorno il numero delle persone colpite dall’Ehec è raddoppiato, salendo ad oltre 200. «È una gara contro il tempo, vengono registrati sempre più casi», ha sottolineato il Robert Koch-Institut. A Brema e in Bassa Sassonia sono oltre un centinaio le persone che presentano gravi sintomi della malattia, mentre nuovi casi vengono segnalati anche verso il sud della Germania.
MENSE – Se medici e ricercatori non vogliono ancora sbilanciarsi sulla possibile origine della diffusione delle infezioni, i primi sospetti dell’autorità sanitaria di Francoforte si stanno concentrando su alcune mense aziendali della città. Tutti i 19 pazienti della metropoli tedesca hanno infatti mangiato presso due mense di una società di consulenza di Francoforte, entrambe chiuse già lunedì in via precauzionale. C’è il pericolo che una partita di prodotti contaminati, soprattutto verdura e frutta, sia finita nelle cucine. Anche a Berlino sono state registrate frequenti infezioni nelle persone che hanno mangiato nelle mense della Sodexo Services. Tra i clienti della società, riferisce la dpa, ci sono 150 asili nido e scuole, 22 mense aziendali. Le autorità ora indagano sulla filiera di rifornimento.
CONSIGLI E APPELLI – Nel frattempo gli organi d’informazione in Germania stanno lanciando appelli alla popolazione per lavare con la massima cura i cibi, rinunciando per il momento alle verdure crude. Come detto, la maggiore incidenza è stata rilevata per ora tra le donne. Un motivo, spiega l’epidemiologoGerard Krause dell’istituto Robert Koch (RKI), potrebbe essere che sono loro a cucinare più frequentemente i pasti e, di conseguenza, ad essere più esposte al contagio mentre lavano la verdura o preparano il cibo. Il numero dei decessi, aggiunge la struttura federale incaricata del controllo e della lotta contro le malattie, potrebbe salire nei prossimi giorni. Anche perchè i risultati delle analisi di laboratorio durano almeno 36 ore.
RECORD – Finora sono stati registrati oltre 80 casi di sindrome emolitica-uremica. Di media in Germania vengono riscontrati ogni anno circa 1000 casi di E.coli enteroemorragica (Ehec), dai quali si sviluppano poi tra i 50 e i 60 casi della grave sindrome emolitica-uremica, che provoca lesioni all’intestino – causando diarrea – e può colpire anche i reni. «È un tasso di infezione insolitamente elevato, che supera ogni confronto storico», ha riassunto il microbiologoWerner Solbach, della clinica universitaria dello Schleswig-Holstein.
Corriere.it – 24 maggio 2011