La Lega prova l’ennesimo blitz per ottenere il rinvio del pagamento a rate delle vecchie multe latte. E gli ex Cobas arrivano persino a chiedere il commissariamento dell’Agea per presunti errori di contabilizzazione delle quote, e quindi delle sanzioni. Ma il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano, stronca ogni ipotesi di intervento: «Non si andrà a un congelamento della rateizzazione delle multe. Qui si tratta di affrontare il tema nella sua vera entità. C’è un’indagine dei carabinieri e c’è una relazione da parte di Agea». Ora, ha spiegato il ministro la settimana scorsa a Parma, a margine della fiera Cibus Tour, «mi faccio mandare le carte e dopo averle studiate e avere compreso i reali termini della questione prenderò una decisione, della quale intendo assumermi tutte le responsabilità».
Quando mancano poco più di due mesi alla scadenza del 30 giugno per pagare gli importi dovuti, e dopo due proroghe concesse dal Governo agli allevatori, il Carroccio tenta dunque un nuovo assalto a sostegno di alcune centinaia di «irriducibili» che non intendono pagare, neppure a rate, i conti in sospeso. L’obiettivo è fare leva su una delle due relazioni presentate l’anno scorso, tra gennaio e aprile, dal Comando carabinieri del Mipaaf che ha evidenziato possibili errori di contabilizzazione delle quantità di latte prodotte in Italia.
Nei giorni scorsi una delegazione di allevatori, spalleggiati dalla Lega, ha illustrato al presidente di Agea, Dario Fruscio, e al commissario di Governo per le quote latte, Paolo Gulinelli, una tesi di illegittimità delle multe per esuberi produttivi. Portando sul tavolo due elementi: la presenza negli allevamenti, in base ai dati dell’Anagrafe bovina nazionale, di animali di età superiore a 120 mesi (dieci anni, quando l’età media di una vacca è di otto anni). Un artificio che avrebbe portato a contare in Italia 300mila vacche e 1,2 milioni di tonnellate di latte in più. E poi la mancata attività di controllo da parte di Agea sulle quantità di latte prodotto.
Pronta la replica del presidente di Agea (anche lui peraltro in quota Lega), che ha scritto al ministro Romano e alle Regioni, ribattendo punto su punto alle accuse. Sulla prima questione, Agea ha definito «inaccettabile la polemica sull’età delle vacche», in quanto per il calcolo dei capi ha solo applicato un decreto ministeriale del 2003. Con il quale, a seguito di «una non completa affidabilità dell’Anagrafe bovina» riscontrata allora da un’apposita commissione, la stessa Agea «aveva previsto un limite all’età delle vacche, oltre il quale non risultava corretto considerarle ai fini della verifica di compatibilità del latte prodotto». E comunque, in base a un accertamento mirato, al 30 settembre 2010 le bovine di età superiore a dieci anni sono risultate poco più di 53mila, e non 300mila. Dunque, nessuna irregolarità. Come nel frattempo ha sancito la Commissione europea, secondo la quale «la base di dati italiana per i bovini è riconosciuta pienamente operativa a decorrere dall’1 aprile 2006». Sul secondo appunto, Agea ha invece ricordato che le funzioni di controllo sono di competenza delle Regioni e che le stesse sono tenute alla verifica «per ciascuna azienda, della coerenza del quantitativo di latte dichiarato con il numero di vacche da latte avvalendosi dell’Anagrafe bovina». Il ministro Romano, dal canto suo, oltre che degli equilibri del suo Governo deve tenere conto di un’Unione europea che da tempo sta tenendo sott’occhio l’Italia per la mancata riscossione di buona parte delle multe, minacciando anche l’avvio di una procedura d’infrazione. In base alle ultime elaborazioni, tra le campagne 1988-1989 e 2008-2009 il nostro Paese si è visto attribuire multe per il latte in esubero per 4 miliardi e 407 milioni di euro.
Di questa «bolletta», lo Stato ha pagato di tasca propria un miliardo e 870 milioni. Mentre gli allevatori, a fronte di un importo loro imputato di 2 miliardi e 268 milioni hanno pagato solo 230 milioni. Al netto delle numerose sospensive concesse ai produttori dai tribunali, l’Italia dovrebbe ancora riscuotere un miliardo e 693 milioni. I piani di rateizzazione delle multe previsti dal Governo in base alle leggi 119/2003 e 33/2009 dovrebbero consentire il rientro di almeno parte di questi importi. E al prossimo 30 giugno, chi avrà aderito al piano di rateizzazione salderà il conto con il passato. Mentre chi non ha mai voluto aderire al piano si vedrà revocare le quote di produzione aggiuntive avute in assegnazione negli ultimi due anni e raggiungere da ingiunzioni di pagamento da parte della società Equitalia. ?
Agrisole – 22-28 aprile 2011