Il federalismo fiscale è ormai alle porte: la bicamerale ha approvato il parere di maggioranza sul decreto legislativo in materia di fisco regionale. Quindici i voti a favore (Pdl, Lega e Svp), dieci gli astenuti (il Pd) e un assente (Linda Lanzillotta). E questa mattina Regioni e Governo hanno raggiunto un’intesa sul rispetto dell’accordo di dicembre, e i governatori hanno dato il via libera al Dlgs sul fisco regionale e i costi standard sanitari. Tra le novità, il Dlgs dispone lo sblocco dell’addizionale Irpef in tre tempi. Alla parte fissa dello 0,9% (da rideterminare nel giro di un anno con Dpcm) le regioni potranno aggiungere: fino al 2013 lo 0,5%, nel 2014 l’1,1% e dal 2015 in poi il 2,1%.
Solo il primo “scatto” si applicherà a tutti gli scaglioni di aliquota. Gli altri due varranno solo per i redditi superiori a 28mila euro. In aggiunta i governatori avranno anche l’intera Irap che potranno anche azzerare, sempreché non abbiano portato l’addizionale Irpef oltre l’1,4%
Allo stesso modo dei Comuni, anche le Regioni otterranno una compartecipazione all’Iva. Ben più ampia però di quella dei municipi visto che sarà del 44,7% fino a nuova determinazione. In una misura tale da garantire l’intero finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale. L’Iva sarà territoriale: si terrà conto dei consumi registrati con il quadro Vt delle dichiarazioni. Inoltre verranno presi in considerazione anche gli scambi degli enti non market (Pa e onlus)
Dal 2013 scompariranno i trasferimenti statali. Ogni Regione dovrà finanziare le proprie uscite con i tributi propri, le compartecipazione o addizionali ai tributi erariali e le quote del fondo perequativo. La perequazione partirà nel 2013 e servirà a garantire il finanziamento integrale (ma a costi standard) della spesa per le funzioni fondamentali: sanità, assistenza, istruzione e trasporto. Nelle altre materie, su input del Pd ridurrà le distanze del 75% tra territori ricchi e poveri
Definita anche la futura finanza provinciale. Gli enti di area vasta potranno contare su un’imposta provinciale di trascrizione (Ipt) che verrà riformata, sull’imposta sull’Rc Auto al 12,5% che sarà manovrabile da quest’anno in su o in giù del 3,5%, su una quota del bollo auto regionale e su una compartecipazione all’Irpef. Il tutto servirà a compensare il taglio dei trasferimenti statali e regionali. Le stesse imposte spetteranno (anche se in misura diversa) alle città metropolitane
Per quanto riguarda i costi standard saranno 3, scelte in una rosa di 5, le regioni benchmark per la determinazione di costi e fabbisogni standard sanitari regionali. Dovranno essere una del nord, una del centro e una del sud d’Italia, e una dovrà essere di «piccola dimensione geografica». Nessuna di esse potrà essere sottoposta a piano di rientro. L’anno di partenza sarà il 2013 sulla base dei bilanci di asl e ospedali del 2011. Se si partisse quest’anno le scelte cadrebbero su Lombardia, Toscana e Basilicata
Arrivano infine gli «interventi strutturali straordinari» per rimuovere le carenze infrastrutturali che riguardano principalmente il sud, ma in genere anche le zone montane e le piccole isole, e che hanno effetti sui costi delle prestazioni sanitarie. I ritardi strutturali saranno individuati sulla base di non meglio definiti «indicatori socio-economici e ambientali» – non dunque anche la deprivazione chiesta dal sud – ma in «complementarietà» con gli interventi straordinari per l’edilizia sanitaria già previsti
«Dopo un lungo impegno fermo e convinto da parte delle Regioni – ha detto il presidente della conferenza delle Regioni Vasco Errani – c’è ora la condizione di affermare che il Governo rispetta tutti i punti dell’accordo di dicembre: i 425 milioni di euro aggiuntivi a coprire i tagli al trasporto pubblico locale, fuori dal patto di stabilità e quindi spendibili; la fiscalizzazione a partire dall’1 gennaio 2012 del trasporto pubblico locale; la revisione dei tagli della manovra 2010 a partire dal 2012 per le regioni che rispettano il patto di stabilità, scelta fondamentale questa per poter avviare il percorso del federalismo fiscale». Dunque, visto che «c’era un accordo che ci aveva già fatto dare un giudizio positivo al decreto sul fisco regionale in dicembre, i risultati che abbiamo ottenuto in questa lunga, difficile e impegnativa discussione col Governo confermano questa posizione».
Errani ha inoltre sottolineato che «sono stati accolti e sarà registrata nel testo del decreto sul fisco regionale una serie di emendamenti importanti, relativi ai fondi di perequazione, relativi alla manovrabilità dell’addizionale Irpef che scatterà non dal 2011 ma dal 2013, relativi al meccanismo di garanzia della copertura a fronte di minori gettiti». Per il presidente dei governatori, quindi, l’accordo col Governo rappresenta «un passo in avanti: adesso dobbiamo semplicemente verificare che all’accordo corrispondano nel dettaglio le scritture».
«Esprimo una grande soddisfazione per l’accordo raggiunto. La soluzione che avevo proposto è stata vincente», ha affermato l’assessore alle Finanze della Regione Lombardia Romano Colozzi, coordinatore della commissione Affari finanziari delle Regioni. «La quadra di questa vicenda – aggiunge Colozzi – era in pratica già ipotizzata nell’accorso del 16 dicembre scorso. Un accordo saggio e lungimirante. Ora parta il federalismo fiscale. Il Paese ne ha bisogno».
Il testo del parere di maggioranza
Sanita.ilsole24ore.com – 24 marzo 2011