Continua lo scontro tra forze politiche e associazioni di categoria dopo la proposta del progetto di legge per un Veneto “Ogm-free” della Lega Nord. Il pdl intende vietare nell’intero territorio regionale la coltivazione, la produzione di beni agricoli o alimentari con componenti geneticamente modificati, e l’allevamento di capi con mangimi Ogm. Per chi contravviene sono previste sanzioni pesanti. La presentazione della proposta di legge aveva suscitato da subito le reazioni delle associazioni e del mondo zootecnico. «Se questa legge venisse approvata dal Consiglio regionale rischierebbe di far chiudere buona parte della zootecnia dell’intera regione» aveva detto Giordano Veronesi, presidente onorario dell’Associazione nazionale di mangimisti e alla guida del gruppo agrolimentare leader nazionale ed europeo.
Malcontento anche di Confagricoltura veneta e veronese, soprattutto sul ventilato mancato diritto di chi usa Ogm dall’utilizzo dei marchi regionali di qualità riservati ai prodotti tipici e tradizionali e, in particolare, sull’esclusione dai «contributi regionali erogati a ogni titolo» alle imprese. E questo significa, fanno notare i produttori, togliere fondi alla maggior parte delle aziende zootecniche venete, visto che la quasi totalità degli alimenti per animali (e non solo quelli) sono ottenuti da materie prime di importazione soprattutto soia e mais da Brasile e Argentina, pressoché tutte Ogm.
Va detto che gli organismi geneticamente modificati, di cui è vietata la coltivazione in Italia, sono però normalmente utilizzati, da molti anni, in tutta l’Unione Europea sia per la produzione di mangimi che in molti prodotti destinati all’alimentazione umana.
«Le materie prime di importazione, e in particolar modo la soia gm, sono fondamentali per la produzione nazionale di mangimi – dice Lea Pallaroni segretario generale Assalzoo -. Senza i mangimi geneticamente modificati la zootecnia veneta, come del resto quella italiana, è destinata a fermarsi». La Pallaroni parla di «attacco mortale alla zootecnia regionale».
Risponde a stretto giro la parlamentare della Lega Nord Giovanna Negro, componente della Commissione Agricoltura a Montecitorio: «Sui vincoli della nostra posizione sugli Ogm sono più che disposta a discutere con le categorie e le associazioni dei consumatori per non penalizzare il settore e trovare soluzioni condivise, ma non si può prescindere dalla sicurezza alimentare. Fino a quando dalla ricerca non arriverà la certezza che gli Ogm non sono dannosi per la salute, andremo avanti con la nostra battaglia». Dialogo quindi ma «senza trascurare le norme e i regolamenti europei preesistenti e vincolanti anche in fatto di alimentazione dei capi di bestiame». Negro sottilinea anche come sia prioritaria oggi «la tutela delle eccellenze del territorio (solo in Veneto 29 prodotti a Dop e Igp, oltre a 22 a Doc, Docg e Igt), che non possono e non debbono essere sfiorate da polemiche, ricerche, scandali legati alle conseguenze sulla salute in seguito all’utilizzo di Ogm nella filiera alimentare».