I controlli veterinari sulle carni e sui prodotti a base di carne costituiscono un elemento importante della politica dell’Unione europea in materia di sicurezza alimentare. A questi è quindi dedicata una Relazione speciale della Corte dei conti europea, pubblicata ieri on line, «La gestione del sistema dei controlli veterinari sulle importazioni di carne da parte della Commissione dopo le riforme del 2004 della normativa in materia di igiene». Vengono presi in considerazione i controlli svolti presso i Posti di ispezione frontaliera, con particolare riferimento al sistema introdotto dal cosiddetto pacchetto igiene entrato in vigore nel 2006.
Esiste il rischio infatti che le carni importate siano un vettore per la trasmissione di malattie non solo ai consumatori, ma anche al bestiame, compromettendo così la produzione Ue.
Anche se le importazioni rappresentano meno del 4 % del consumo di carni nell’Unione, e nulla prova che le gravi crisi sanitarie degli ultimi quindici anni siano imputabili a carenze dei controlli veterinari sulle importazioni, sono molto aumentate l’attenzione e le preoccupazioni dei cittadini in materia di salute animale e sicurezza alimentare. Inoltre, anche se il bilancio Ue stanzia di norma 300 milioni di euro per la prevenzione e l’eradicazione delle malattie veterinarie, e 100 milioni di euro per le misure relative alla sicurezza degli alimenti e dei mangimi, le crisi della fine degli anni novanta (principalmente l’encefalopatia spongiforme bovina – Bse) hanno imposto spese supplementari molto ingenti al bilancio Ue e ai bilanci degli Stati membri.
L’audit ha preso in esame la supervisione attuata dalla Commissione sul sistema Ue di controlli veterinari presso i posti di ispezione frontalieri (Pif) sulle importazioni di carni nell’ambito del nuovo quadro normativo introdotto dai regolamenti del 2004, il cosiddetto «pacchetto igiene» entrato in vigore nel 2006. Sono stati effettuati controlli presso le autorità e i di quattro Stati membri (Francia, Paesi Bassi, Spagna e Romania) e gli auditor della Corte hanno partecipato a visite ispettive svolte dall’Ufficio alimentare e veterinario (Uav) della Commissione in tre Stati membri (Lituania, Regno Unito e Grecia). Sono stati intervistati rappresentanti di alcune associazioni delle categorie interessate (produttori, importatori, industrie e consumatori).
È stato condotto un esame approfondito delle procedure di pianificazione e comunicazione dell’Uav, dato il ruolo particolarmente importante svolto dalla Commissione nella supervisione e verifica dei controlli veterinari nell’Ue.
L’audit ha concluso che l’attuazione del «pacchetto igiene» del 2004 ha subito ritardi e deve tuttora essere completata per quanto riguarda alcuni aspetti normativi importanti. Inoltre, sono state accettate consistenti riduzioni del livello dei controlli sulle importazioni nell’ambito di alcuni «accordi di equivalenza» stipulati con paesi terzi, senza che vi fossero ragionevoli e comprovate giustificazioni in tal senso.
I sistemi informativi Traces (Sistema esperto per il controllo degli scambi) e Rasff (Sistema di allarme rapido per gli alimenti ed i mangimi), su cui si basano i controlli veterinari sulle importazioni di carni, sono ampiamente e utilmente impiegati in tutta l’Ue. Alcuni Pif di tre Stati membri non introducono però nei sistemi tutti i dati pertinenti, il che compromette, in particolare, la completezza e l’affidabilità dei dati registrati e dei sistemi informativi nel loro insieme.
La attua una sorveglianza costante, principalmente attraverso l’Uav, sui controlli veterinari sulle importazioni di carni. Essa dovrebbe però adottare ulteriori iniziative per superare le carenze individuate: completare il quadro normativo del «pacchetto igiene» e fornirne una versione
consolidata e di facile utilizzo; sviluppare ulteriormente Traces e Rasff e le rispettive funzionalità;
fornire ulteriori linee guida, nonché indicatori di efficacia necessari per l’attuazione
di una strategia Ue per i controlli veterinari e per determinare se gli obiettivi del «pacchetto igiene» sono stati raggiunti; migliorare ancora i modelli di valutazione dei rischi utilizzati dall’Uav per la pianificazione dei propri lavori di audit; riuscire a far sì che gli Stati membri pongano rimedio alle carenze rilevate nei controlli veterinari sulle importazioni di carni in tempi ragionevoli e il più possibile brevi
Sintesi della relazione – 18 marzo 2011
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