Le retribuzioni contrattuali dei dipendenti pubblici nel 2010 sono cresciute, nella media annua complessiva, dell’1,3% sul 2009, meno del settore privato dove si è registrato un incremento del 2,4 per cento. Lo sottolinea l’Aran, presentando a Roma, assieme al ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, il rapporto semestrale sulle buste paga dei dipendenti pubblici (dirigenti esclusi). La crescita degli stipendi degli statali nel 2010 è risultata inferiore anche al tasso d’inflazione medio che lo scorso anno è stato pari all’1,5 per cento (fonte Istat). Le retribuzioni di fatto (che includono anche gli effetti della contrattazione integrativa) sono invece aumentate, sempre nel settore pubblico, dell’1,5%, secondo una prima stima che «va confermata dall’Istat», ha sottolineato il commissario dell’Aran, Antonio Naddeo (nella foto).
Brunetta: è stato difeso il potere d’acquisto
La crescita media delle retribuzioni contrattuali del personale pubblico di riferimento Aran è stata dell’1,4% rispetto al 2009. Di questa percentuale, si legge nel rapporto, la maggior parte, 1%, é determinata da effetti di trascinamento, cioé da rinnovi di contratti sottoscritti nel 2009 e solo un 0,4% deriva invece dalle indennità di vacanza contrattuale corrisposte nel 2010 e dai pochi rinnovi che hanno interessato lo stesso 2010. Per il restante personale pubblico (forze armate e dell’ordine) la crescita media della busta paga è stata dello 0,9 per cento. Per il settore privato invece la crescita del 2,4% va suddivisa tra l’1,1% effetto del trascinamento dei contratti definiti del 2009 e l’1,3% dei benefici attribuiti dai contratti siglati in corso d’anno. «Negli ultimi 30 mesi», ha sottolineato il ministro Brunetta, facendo riferimento alla crisi, «il potere d’acquisto è stato difeso, se non aumentato», tenendo conto – ha spiegato – della discesa dell’inflazione e del rinnovo dei contratti sottoscritti per il biennio 2008-2009 (e in parte per il quadriennio 2006-2009). Per il triennio 2010-2012 è scattato il blocco dei contratti collettivi nazionali.
Ci sono 24 milioni per la contrattazione integrativa
Brunetta ha poi detto che ci sono, a oggi, «24 milioni di euro, certificati dalla Ragioneria, per la contrattazione integrativa nell’amministrazione centrale». Il ministro ha spiegato che si tratta di una somma dovuta al recupero del dividendo dell’efficienza che sarà destinata agli incrementi di retribuzione per i lavoratori del pubblico impiego. La distribuzione dovrà però attendere il 2013, visto il congelamento triennale predisposto per le dinamiche salariali del comparto.
Scorrendo ancora le pagine dello studio, spicca come in tutti e cinque i comparti esaminati, regioni ed enti locali, università, ricerca, enti pubblici non economici e Ssn, la componente della produttività ha portato incrementi quasi insignificanti nella composizione del salario. Nel settore delle regioni e delle autonomie locali, per esempio, la retribuzione pro-capite di fatto dal 2000 al 2009 é cresciuta del 44% (+8.750 euro), mentre la voce carriera e accessorio ha portato nelle tasche dei pubblici dipendenti 3.200 euro in più. La componente relativa alla produttività invece in quasi 10 anni ha portanto a un aumento retributivo medio di soli 380 euro. Insomma, «non é cresciuta come doveva», come ha sottolineato il commissario dell’Aran, Antonio Naddeo.
Ilsole24ore.com – 9 marzo 2011
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