Alcune settimane fa abbiamo doverosamente ricordato agli iscritti convenzionati che, in base alle nuove regole introdotte della legge 183 del 2010 (il cosiddetto collegato lavoro), era fissato una data limite, il 24 gennaio scorso, per “bloccare” i termini di prescrizione o di decadenza e chiedere il riconoscimento del lavoro subordinato a tempo indeterminato e le differenze retributive e contributive maturate per i contratti scaduti. Dopo quella data questo non sarebbe più stato possibile e il lavoratore avrebbe perso per sempre quel diritto. Il rischio era che molte delle persone interessate non fossero a conoscenza della norma che era stata scarsamente pubblicizzata dal Governo.
Il nostro compito come organizzazione sindacale è quello di informare gli iscritti sui loro diritti e sulle scadenze di legge, di tutelarli e prestare loro assistenza. Cosa che abbiamo fatto anche in questa occasione, raccomandando ai veterinari convenzionati di valutare in ogni caso la propria posizione. Come abbiamo ricordato in quella occasione, la raccomandata mandata al datore di lavoro, nel nostro caso l’Asl di appartenenza, era la condizione indispensabile e sufficiente per far scattare un nuovo termine, questa volta di 270 giorni, per affermare il proprio diritto davanti al giudice del lavoro. E ancora una volta saranno i singoli lavoratori, valutando ogni aspetto, a scegliere poi la strada da seguire.
Per parte nostra, ora, solo qualche osservazione. Le norme della legge 183, e in particolare l’articolo 32, su cui peraltro gravano forti dubbi di incostituzionalità, è inutile nasconderlo, hanno reso la posizione dei precari ancora più fragile. A parte le disposizioni sui contratti scaduti, ricordiamo, che per quelli ancora in corso ci saranno adesso solo 60 giorni dalla loro conclusione per poterli impugnare.
I veterinari convenzionati lavorano, in molti casi da anni, nelle Asl del Veneto con contratti a termine che non permettono loro veri progetti di vita. Garantiscono un servizio indispensabile per la salute pubblica, in un quadro in cui i veterinari dipendenti sono sotto organico e insufficienti per la mole di compiti da svolgere. Tutto questo 365 giorni l’anno, di notte e di giorno.
Ecco perché non riterremo accettabili da parte delle amministrazioni delle aziende sanitarie, che – vogliamo ricordarlo a chi lo avesse, per caso, dimenticato – sono aziende pubbliche, comportamenti punitivi e ritorsivi nei confronti dei veterinari convenzionati che hanno esercitato la possibilità, prevista per legge, di un’azione interruttiva della prescrizione. Perché questo sindacato intende tutelare fino in fondo l’esercizio di un diritto. Soprattutto se a esercitarlo è chi di diritti ne ha già troppo pochi.
Roberto Poggiani
segretario SIVeMP Veneto