Il morbo della mucca pazza può essere trasmesso anche attraverso l’aria che si respira. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori zurighesi in esperimenti su topi. Per il professor Adriano Aguzzi, già autore di importanti scoperte sui prioni, la scoperta avrà implicazioni in particolare per le misure di sicurezza da adottare nei laboratori e nei mattatoi. Da tempo era noto che i prioni – ossia gli agenti infettivi all’origine dell’encefalopatia spongiforme bovina (BSE) – si trasmettono attraverso strumenti chirurgici contaminati o nelle trasfusioni di sangue, indica oggi l’Università di Zurigo. Anche chi mangia carne di bovini affetti dal morbo va incontro a rischi.
In tutto il mondo sono circa 300 le persone infettate in questo modo con la nuova variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob (MCJ).
Per i loro esperimenti, i ricercatori guidati da Adriano Aguzzi, in collaborazione con collegi di Tubinga (D), hanno prodotto un aerosol carico di prioni e lo hanno fatto inalare a dei topi. In base ai risultati pubblicati sulla rivista “PLoS Pathogens”, dopo un solo minuto di esposizione tutti gli animali sono risultati contagiati.
Utilizzando dei topi con il patrimonio genetico modificato, i ricercatori sono inoltre riusciti a dimostrare che i prioni passano direttamente dalle vie respiratorie nel cervello.
I risultati possono effettivamente sollevare timori, ha dichiarato all’ATS il professor Aguzzi. Studi precedenti avevano dimostrato che ci vuole una grande quantità di prioni per contrarre la malattia attraverso la bocca.
Secondo Aguzzi, non è comunque il caso per la popolazione di darsi al panico. Gli aerosol utilizzati nell’esperimento contenevano una forte concentrazione di prioni: molto superiore a quella dell’alito di una mucca con la BSE o di una persona con la MCJ.
Se il rischio di contrarre la malattia per via aerea fosse elevato anche in condizioni normali ce ne saremmo accorti prima, osserva il professore. L’esperimento effettuato sui topi era in effetti piuttosto pericoloso e ha reso necessarie importanti misure di sicurezza.
Per l’esperto sarà comunque importante intervenire in tutti i posti dove si lavora con materiale potenzialmente carico di prioni: ossia i laboratori scientifici, i mattatoi e le fabbriche di alimenti per animali. In tutti questi luoghi non esistono al momento misure di protezione contro gli agenti patogeni sospesi nell’aria. Il professor Aguzzi raccomanda perciò di introdurre misure ad hoc per ridurre i rischi sia per gli umani che per gli animali.
fonte: tio.ch – 14 gennaio 2011