Perché la carne è rossa e il latte, invece, è bianco? Da cosa sono determinati i bei colori che caratterizzato la frutta e la verdura? Ma soprattutto… perché qualche volta il colore degli alimenti diventa così “allarmante” che l’uomo rifiuta di mangiarlo? Il colore dei nostri alimenti è un indicatore di qualità, anche se non sempre ce lo ricordiamo, salvo quando le condizioni climatiche e l’inaccortezza di qualche operatore del settore alimentare causano modificazioni cromatiche tanto eclatanti da suscitare un’ondata di panico fra i consumatori. La giornata di studio che la Facoltà di veterinaria di Padova, la Società italiana di medicina veterinaria preventiva e l’IszVe propongono, il 4 febbraio prossimo, mira proprio a fare il punto esatto della situazione.
Tutto questo definendo aspetti non sempre ben chiariti sulle basi chimiche del colore degli alimenti e sulle cause microbiche e chimico-fisiche delle alterazioni cromatiche degli alimenti.
Il mascheramento del “giusto” colore degli alimenti costituisce, inoltre, una vera e propria frode alimentare. Che cosa ne sappiamo, oggi? Quali sono le frodi più sovente segnalate in questo ambito? E qual è la posizione dei consumatori al riguardo? Che cosa si attendono, gli italiani, dalle autorità sanitarie di controllo e dagli imprenditori alimentari? Gli organizzatori hanno cercato di mettere insieme diverse competenze tecniche e scientifiche per rispondere a questa serie di domande e per dare indicazioni scientificamente fondate in merito a un argomento di ampio dibattito.
Il 4 febbraio 2011, nell’Aula Magna della Facoltà di Medicina veterinaria di Padova, a Legnaro (Padova), sotto l’egida della Facoltà di Medicina veterinaria di Padova, del SIMeVeP Veneto e dell’Izs delle Venezie, saranno presenti qualificati docenti universitari ed esperti di settore. A coordinare la giornata, un validissimo rappresentante tecnico dei consumatori, il dottor Roberto La Pira, giornalista e tecnologo alimentare. Gli interventi sono affidati alla professoressa Anna Lante, docente di Tecnologia degli alimenti alla Facoltà di agraria dell’Università degli Studi di Padova; al dottor Renzo Mioni, responsabile della Struttura complessa Microbiologia alimentare dell’IzsVe; al professor Valerio Giaccone, docente di Ispezione e controllo dei prodotti alimentari di origine animale della Facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Padova; alla dottoressa Antonia Ricci, direttore del Centro di referenza nazionale e Laboratorio Oie per le salmonellosi all’IzsVe.