di Roberto Poggiani*
È il 10 luglio 2010. Le agenzie riportano l’intervento del ministro Ferruccio Fazio durante le celebrazioni per i cento anni degli ordini delle professioni sanitarie. Fazio annuncia: «Ho appena firmato un decreto ministeriale, che prevede che i presidenti degli Ordini dei medici, dei farmacisti e dei veterinari siano inseriti d’ufficio, cioè come rappresentanti degli Ordini professionali, nel Consiglio superiore di sanità». La notizia viene ripresa un po’ dappertutto. Anche i siti Fnovi e Anmvi danno il giusto risalto a quello che appare come un riconoscimento “storico” per gli Ordini sanitari. Il presidente Fnovi, Gaetano Penocchio parla di designazione che attesta il peso e il valore della veterinaria nel sistema salute nazionale. Tutto bene, quindi? Non proprio.
Il 22 luglio, poco più di dieci giorni dopo, esce il decreto. È il numero 172. Come promesso dal ministro integra la composizione del Css con alcuni membri di diritto: entrano il presidente della federazione degli ordini dei medici, degli odontoiatri, dei farmacisti, degli infermieri e delle ostetriche. Dei veterinari non c’è più traccia. La notizia, questa volta, però, passa sotto un assordante silenzio. Ma il 14 dicembre scorso il ministro Fazio firma il decreto di nomina del nuovo Css che conferma, ovviamente, quanto stabilito dal decreto del 22 luglio. Entrano medici, odontoiatri, farmacisti, infermieri e ostetriche. Niente ordini dei veterinari. Solo tre veterinari tra i membri non di diritto, meritevoli e riconosciute personalità accademiche, peraltro. Ma ci chiediamo: a rappresentare la veterinaria perchè non sono presenti anche dipendenti del Ssn o liberi professionisti?
Tornando agli Ordini, ministro, noi non sappiamo come mai a quel primo annuncio riportato dalle agenzie di stampa sia seguita quella che sembra una retromarcia. Possiamo solo fare delle ipotesi, ma non è questo che ci interessa. Ci interessa invece, e molto, sapere come mai la professionalità medico veterinaria non sia stata ritenuta meritevole di sedere nel Css al pari delle altre professioni sanitarie. Ce lo spieghi lei, signor ministro: siamo forse professionisti della sanità di serie B? Non ci resta che fare appello al “nostro” sottosegretario Francesca Martini: ci può aiutare lei a sanare questa ingiustizia?
*Segretario SIVeMP Veneto
30 dicembre 2010