Regioni e governo hanno raggiunto, in Conferenza unificata, l’intesa sul decreto sul federalismo fiscale regionale che contiene anche i costi standard sulla sanità. Quanto alla Sanità, il presidente della conferenza delle Regioni, Vasco Errani ha detto che nell’accordo raggiunto «è stato anche chiarito» che il taglio del 50% della spesa per i precari della pubblica amministrazione previsto dalla manovra economica estiva «non riguarda il Servizio sanitario nazionale». Sempre nell’intesa il governo ha confermato che «le vigenti disposizioni limitative delle assunzioni non si applicano agli enti del servizio sanitario nazionale che non sono interessate dai piani di rientro». Infine, per la copertura della spesa per i ticket sanitari, il presidente delle Regioni ha ricordato che «spetta al governo trovare le risorse, altrimenti sarà il governo stesso a dover introdurre i ticket». Il testo dell’accordo e le proposte di modifica alla legge di stabilità
Dopo due mesi di rinvii raggiunto l’intesaCorriere.it – 16 dicembre 2010
Dopo due mesi di rinvii, Regioni e governo hanno raggiunto, in Conferenza Unificata, l’intesa sul decreto sul federalismo fiscale regionale che contiene anche i costi standard sulla sanità.Entusiasta Roberto Cota, per cui l’intesa è «un fatto epocale». «È molto positivo – ha spiegato il governatore leghista del Piemonte – il fatto che tutte le Regioni abbiano dato parere favorevole. Questo federalismo cambia fondamentalmente le cose, le Regioni conquistano la propria autonomia, fondamentale per gestire le proprie politiche. Cessa così il ricorso alla finanza derivata». Più cauto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. «Siamo solo all’inizio del percorso – ha spiegato – abbiamo evitato una situazione gravissima, in particolare sul trasporto pubblico locale. La strada sarà impegnativa – ha proseguito – e richiederà risposte concrete e puntuali». «Dopo mesi di trattative – ha commentato il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni – abbiamo finalmente superato il grave empasse che si era aperto fin dal mese di giugno tra lo Stato e le Regioni, causato dalla manovra finanziaria nazionale. Abbiamo fatto bene a tenere duro a non deflettere mai dalla difesa delle nostre ragioni e anche dalla volontà di dialogo e di raggiungere un accordo con il governo».
TRASPORTO PUBBLICO E TAGLI AI PRECARI – Proprio in merito al trasporto pubblico locale, Errani ha spiegato che le Regioni hanno ottenuto che le risorse liberate dal patto di stabilità siano spendibili per il 2011 mentre dal 2012 il governo si è impegnato a fiscalizzare il trasporto. Allo stesso modo il governo si è impegnato, dal 2012, a rivedere i 4 miliardi e mezzo di tagli che erano stati previsti dalla manovra di luglio. Quanto al taglio del 50% della spesa per i precari previsto dalla manovra estiva, il presidente dell’Emilia-Romagna ha chiarito che «non riguarda il personale sanitario». Nell’accordo raggiunto il governo, ha confermato che «le vigenti disposizioni limitative delle assunzioni non si applicano agli enti del servizio sanitario nazionale che non sono interessate dai piani di rientro».
Regioni e governo siglano l’intesa sul federalismo fiscale
Ilsole24ore.com – 16 dicembre 2010
Regioni e governo hanno raggiunto, in Conferenza Unificata, l’intesa sul decreto sul federalismo fiscale regionale che contiene anche i costi standard sulla sanità. Nel testo dell’accordo siglato le Regioni, ritenendo «strategica l’attuazione della legge 42» sul federalismo, spiegano che «per le esigenze di finanziamento del trasporto pubblico locale, il Governo si impegna ad assicurare, in aggiunta ai 425 milioni di euro previsti dalla legge di stabilità, ulteriori 75 milioni di euro per il 2011».
Gli impegni di governo e regioni
Sempre per il trasporto pubblico locale, il governo si impegna, a fronte di un «completo adempimento da parte delle Regioni di quanto stabilito in materia di Fondo sociale europeo» a reintegrare i trasferimenti alle Regioni per un importo di 400 milioni di euro per il 2011. L’Esecutivo si impegna inoltre a escludere dal calcolo delle spese rilevanti ai fini del rispetto del Patto di stabilità interno per il 2011 le spese per il trasporto pubblico locale. Le Regioni si impegnano a mantenere l’accordo sulla Cigs sulla parte di loro competenza, ad adottare ogni iniziativa per contrastare il fenomeno dei falsi invalidi e a partecipare alla lotta contro l’evasione fiscale. Il Governo si impegna a prevedere dal 2012 la fiscalizzazione dei trasferimenti relativi al trasporto pubblico locale su ferro ed elimina i tagli previsti per il 2012 pari a circa 4 miliardi.
Premi a chi rispetta il Patto di stabilità
La revisione dei tagli pari a 4 miliardi per il 2012 e la fiscalizzazione dei trasferimenti relativi al trasporto pubblico locale avverrà solo nei confronti delle Regioni che rispettino il Patto di stabilità interno. Nell’allegato del documento siglato da Regioni e Governo vi sono delle proposte di modifica della legge di stabilità 2011. In particolare, le Regioni si fissano i criteri grazie ai quali possano considerarsi adempienti al patto di stabilità, e si dice che sono tali solo se procedono ad applicare una serie di prescrizioni: innanzitutto, impegnare spese correnti, al netto delle spese per la sanità in misura non superiore all’ importo annuale minimo dei corrispondenti impegni effettuati nell’ultimo triennio. In secondo luogo non devono ricorrere all’ indebitamento per gli investimenti. Infine, non devono procedere ad assunzioni di personale «a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione continuata e di somministrazione, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto».
I commenti dei governatori
«Siamo solo all’inizio del percorso – ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani – abbiamo evitato una situazione gravissima, in particolare sul trasporto pubblico locale. Dopo un lungo e difficile lavoro è stato fatto un passo avanti e abbiamo stretto l’intesa ma la strada sarà impegnativa e richiederà risposte concrete e puntuali».
«Una giornata positiva a coronamento di un semestre di grande impegno», commenta il presidente della Lombardia. «Dopo mesi di trattative – dice Roberto Formigoni – abbiamo finalmente superato il grave empasse che si era aperto fin dal mese di giugno tra lo Stato e le Regioni, causato dalla manovra finanziaria nazionale. Abbiamo fatto bene a tenere duro a non deflettere mai dalla difesa delle nostre ragioni e anche dalla volontà di dialogo e di raggiungere un accordo con il Governo».
«L’accordo – precisa – è stato raggiunto sulla base della proposta formulata 15 giorni fa da Regione Lombardia, nota anche come lodo Colozzi e questo ci ha permesso anche di raggiungere un’intesa sul federalismo fiscale». Raggiante il governatore del Piemonte, Roberto Cota: «L’intesa appena raggiunta è un fatto epocale, sono molto soddisfatto». Cota ha voluto dire un «sentito grazie al ministro Calderoli per il lavoro di paziente ricucitura che ha fatto».
«Oggi abbiamo ottenuto quanto richiesto da sempre: il collegamento tra la manovra finanziaria e il federalismo fiscale e la garanzia delle risorse per il trasporto pubblico locale», ha commentato il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini.
Le politiche per il Mezzogiorno
«L’accordo sul trasporto pubblico locale» è «positivo e rispecchia il lavoro e l’attenzione che abbiamo riservato al settore», ha osservato il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli.
Soddisfazione è stata espressa anche dal ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto: «dopo una giornata di incontri e di lavoro chiudiamo con piena soddisfazione.
C’è il parere favorevole delle Regioni sul decreto sul federalismo fiscale ed è stata definita anche l’intesa sulla delibera Cipe che riguarda una bella fetta del Piano per il Mezzogiorno». Su questo punto c’è però un commento negativo da parte del governatore della Basilicata Vito De Filippo: «Ancora una volta abbiamo verificato che fondi aggiuntivi per il Mezzogiorno non ve ne sono, con buona pace del tanto sbandierato Piano per il Sud utilizzato in queste ore dal Governo Berlusconi per accreditare una svolta che non c’è‚ nelle politiche in favore del Mezzogiorno».