La Giunta regionale del Veneto, nella sua seduta di oggi su proposta degli assessori alla sanità, Luca Coletto, e al sociale, Remo Sernagiotto, ha approvato il riparto del fondo sanitario regionale 2010 tra le Ulss e le aziende ospedaliere della Regione per il finanziamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) determinati a livello nazionale. Il documento è stato trasmesso alla competente commissione del consiglio regionale per l’acquisizione del previsto parere. La somma assegnata al Veneto, sulla base della ripartizione nazionale a suo tempo concordata in conferenza Stato-Regioni, ammonta a 8 miliardi 137 milioni di euro. Il totale ripartito alle Ulss, detratte alcune poste in gestione accentrata regionale o destinate a obiettivi specifici, è di circa 7 miliardi 895 milioni di euro, contro i 7 miliardi 712 milioni del 2009.
Degli 8 miliardi 137 milioni, 167 milioni sono stati riservati per attività e interventi svolte a livello accentrato regionale; 5 milioni sono stati accantonati per il progetto diabete; 21 milioni per costituire un fondo mirato ad incrementare la qualità assistenziale delle strutture, che sarà ripartito con successive deliberazioni. Il riparto contiene anche alcune ulteriori importanti voci specifiche: 76 milioni come fondo integrativo per aziende con funzioni ospedaliere a valenza provinciale o regionale; 43 milioni per sostenere i costi legati ai farmaci oncologici ad elevato costo. 10 milioni per lo sviluppo dell’assistenza territoriale di base; 85 milioni 759 mila euro per il finanziamento del fondo per le attività trasfusionali. Confermata la maggiorazione prevista per le cosiddette “aree disagiate” della montagna e della laguna. Prevista anche la quota di parte sanitaria del fondo per la non autosufficienza, pari a 668 milioni 450 mila euro. Nell’attribuzione delle risorse è stato adottato il criterio di riferirsi gradualmente ai costi sostenuti dalle migliori aziende sanitarie del Veneto, in modo che il finanziamento assegnato rappresenti per i dg un valore economico che consenta loro di gestire in equilibrio il sistema sanitario. “Con questo provvedimento – ha sottolineato Coletto – inizia una nuova fase della gestione delle risorse sanitarie, una cammino verso una sanità più efficiente e meno costosa, improntata al federalismo con una prima applicazione dei costi standard ed il progressivo abbandono del criterio della spesa storica; con un avvicinamento sostanzioso della quota pro capite tra le aziende con maggior costosità e le altre (il differenziale tra la quota più elevata e quella più bassa passa da 423 euro a 363); con un forte coinvolgimento dei dg nel programmare una riduzione dell’attuale costosità del sistema tramite l’individuazione dei costi obiettivo basati sulle migliori performance aziendali regionali; con una particolare attenzione al sistema dell’emergenza-urgenza su tutto il territorio regionale; con un’approfondita riflessione sulla programmazione ospedaliera definita con la delibera 3223 del 2002, rispetto alla quale dovranno essere attentamente valutate le funzioni non ancora attuate, così come andranno riverificate quelle già avviate ed in fase di rinnovo per accertare se siano ancora necessarie per assicurare i livelli di qualità richiesti dalla gente”. Proprio per proseguire il processo di progressiva riduzione del peso della spesa storica, non sono stati confermati nel 2010 il “fondo di affiancamento” ed il “fondo per l’innalzamento della quota pro capite minima per l’anno 2009”, introdotti con carattere di transitorietà nei riparti precedenti e finalizzati, rispettivamente, a garantire a tutte le aziende un incremento minimo rispetto al riparto precedente, ed una quota capitaria minima compatibile con le disponibilità complessive. Per supportare le aziende che con questo riparto non avrebbero ricevuto un finanziamento almeno pari a quello del 2009 e presentano situazioni economiche di squilibrio, sono state attribuite risorse integrative una tantum. In questo ambito, all’Ulss 1 di Belluno sono assegnati 8 milioni 293 mila euro; all’Ulss 2 di Feltre 1 milione 207 mila euro all’Ulss 12 Veneziana 5 milioni 676 mila euro; all’Ulss 18 di Rovigo 656 mila euro; all’Ulss 19 di Adria 3 milioni 697 mila euro. Per quanto riguarda le spese per investimenti, è stato rilevato che il loro peso economico e gli effetti sulla gestione corrente si stanno dimostrando particolarmente critici ed è pertanto indispensabile una nuova e più approfondita valutazione di tale tipologia di spesa. In attesa dell’approfondimento, che sarà compiuto dall’assessorato alla sanità, sono state assegnate risorse aggiuntive rispetto al riparto, a concorso degli oneri ad oggi assunti a bilancio per i project financing, all’Ulss 12 Veneziana (18 milioni) e all’Ulss 8 di Asolo (12 milioni).
Ufficio stampa Regione Veneto
16 novembre 2010
Riparto sanità: Toscani (Lega), confermata maggiorazione aree montagna
(Arv) Venezia 16 novembre 2010 – “Nonostante abbia iniziato un difficile percorso di razionalizzazione della spesa sanitaria, la giunta regionale ha mantenuto il suo impegno nei confronti delle due aziende bellunesi, confermando la maggiorazione per le ‘aree disagiate’ e assegnando ulteriori risorse integrative. Di questo voglio ringraziare l’assessore Luca Coletto”. Così il vicepresidente del consiglio regionale Matteo Toscani commenta l’approvazione del riparto del fondo veneto per la sanità. “Ancora una volta – afferma il consigliere della Lega Nord – i catastrofisti sono stati smentiti con i fatti. Le due Ulss della provincia ottengono complessivamente maggiori fondi rispetto allo scorso anno, sebbene sia stato avviato il cammino dei costi standard. Per supportare le aziende che con questo riparto non avrebbero ricevuto un finanziamento almeno pari a quello del 2009 e presentano situazioni economiche di squilibrio, sono state infatti attribuite risorse integrative” precisa l’esponente della Lega. “In questo ambito, all’Ulss 1 di Belluno sono assegnati 8 milioni 293 mila euro, mentre all’Ulss 2 di Feltre è andato un milione 207 mila euro”. “E’ evidente – conclude Matteo Toscani – che tutte le aziende sanitarie devono partecipare alla riduzione dei costi, imposta anche dalla grave crisi economica e finanziaria che stiamo vivendo. Ma questo è un processo che deve avvenire con gradualità: per questo è stato previsto uno stanziamento aggiuntivo che mitigasse l’effetto dell’introduzione dei costi standard. L’attenzione e la sensibilità verso le aree montane dimostrate dalla giunta regionale rappresentano una garanzia anche per il futuro. L’importante, adesso, è che il territorio riesca ad elaborare una proposta coraggiosa, nell’interesse dei cittadini che devono vedere garantito il proprio diritto alla salute. In questa direzione va la mia proposta che chi ha a cuore i servizi ai cittadini sta condividendo”.