Nonostante il Veneto sia una delle regioni dove l’adesione degli apicoltori alla sperimentazione dell’Api-Bioxal è stata più numerosa, il dato non è, comunque, elevato. A livello nazionale poi si parla di un’adesione addirittura scarsa. Numeri così esigui, fa notare il referente SIMeVeP per l’apicoltura, Gianluigi Bressan, pongono serie ipoteche sulle scadenze di queste settimane. «Tra novembre e dicembre dovrà essere fatto un intervento “obbligatorio” con acido ossalico. Cosa useranno gli apicoltori se non aderiranno alla sperimentazione? Il dubbio che possano utilizzare altri prodotti non autorizzati, a questo punto, è lecito». Da qui la preoccupazione dei veterinari, perché tutto questo verrebbe a significare «che i produttori non accettano le regole mascherandosi dietro a giustificazioni di principio o economiche».
Su questo punto era intervenuto nei giorni scorsi anche il presidente Fnovi, Gaetano Penocchio, con una “accorata” lettera inviata alla Direzione generale sanità animale e farmaco veterinario.
10.11.2010 – Comunicato Fnovi
Apicoltura La sperimentazione dell’Api-Bioxal non decolla: gli apicoltori non lo utilizzano. Perché?
In una accorata lettera inviata alla Direzione Generale Sanità Animale e Farmaco Veterinario, il Presidente FNOVI, Dr. Gaetano Penocchio, ha segnalato le numerose incongruenze che si stanno registrando a proposito della sperimentazione dell’API-BIOXAL.
Se la sperimentazione in oggetto è stata realizzata per permettere a tutti gli apicoltori di utilizzare da subito l’acido ossalico, altrimenti vietato su tutto il territorio nazionale, se è effettivamente vero che è indispensabile alla salvaguardia della salute dei nostri alveari e se un esercito di apicoltori chiede di rientrare nella legalità, come rivendicato dalle associazioni di categoria ai tavoli di lavoro, non si spiega come mai ad oggi, pochissimi apicoltori lo abbiano utilizzato.
Perché accade questo? Chi vuole che la sperimentazione fallisca?
L’utilizzo dell’API-BIOXAL significa legalità, tracciabilità, trasparenza.
Soltanto chi vuole continuare a mantenere l’apicoltura nella condizione di setta ai margini della società e gli apicoltori alla stregua di allevatori senza diritto ed in grave pericolo, può volere questo.
Ostacolare l’ingresso dei veterinari nel settore rientra nel penoso e patetico disegno di chi si ostina a non riconoscere le regole che lo stato e la comunità europea si sono dati.
La FNOVI, nel dimostrare coi fatti la parola data ai tavoli di lavoro, pretende coerenza e chiede al Ministero della Salute il rispetto delle disposizioni di legge da parte di tutti.