Resta da capire se rimarranno disponibili risorse sufficienti per avvicinare i trattamenti bassi degli “under 75” almeno a 650 euro mensili e quelli degli “over 75” ai 670 euro al mese, come vorrebbe una fetta della maggioranza, Fi in testa. Se la dote risulterà limitata, la proroga della super rivalutazione dei lavoratori con più di 75 anni, attualmente prevista per il solo 2023, potrebbe magari essere congelata rinviando la partita al momento dell’esame della manovra da parte del Parlamento.
Le “minime” partono da un importo pari a 563,74 euro, sul quale poi si scatta, per effetto della legge di bilancio approvata lo scorso anno, una rivalutazione straordinaria dell’1,5%, che sale al 6,4% per chi ha compiuto i 75 anni. La somma delle perequazioni e del conguaglio atteso a novembre (anziché all’inizio del prossimo anno), con i relativi arretrati, dovrebbe portare l’assegno dei pensionati con meno di 75 anni a oltre 576 euro (rispetto agli attuali 572,74 euro) e degli “over 75” a circa 604 euro, quasi 5 euro in più dei trattamenti attuali.
Su questi importi scatterà l’indicizzazione all’inflazione 2023 al momento stimata attorno al 5,4%. Che grazie anche alla rivalutazione straordinaria già prevista per il prossimo anno dovrebbe far salire nel 2024 l’assegno minimo a circa 615 euro, al netto delle scelte che adotterà il governo per gli ultrasettantacinquenni e, soprattutto, sui nuovi aumenti.
Da sciogliere è anche il nodo del canale di uscita anticipata per le lavoratrici. Il Governo sta valutando la chiusura dell’esperienza di Opzione donna. L’ipotesi più probabile è quella del ricorso a un’indennità sul modello dell’Ape, a partire da requisito anagrafico minimo di 60 o 61 anni, per alcune categorie, comprese quelle impegnate in lavori gravosi, con possibili sconti in presenza di uno o più figli. Ma sul tavolo c’è anche la possibilità di un accesso al canale contributivo (64 anni d’età e 20 di versamenti) con la soglia legata al trattamento ridotta da 2,8 volte a 2 volte il minimo. Una soluzione che potrebbe essere adottata anche per tutti i lavoratori interamente contributivi, con la possibilità del concorso della rendita da previdenza complementare per il raggiungimento della “soglia”. Proprio per rilanciare le pensioni integrative e renderle più appetibili ai giovano scatteranno alcune agevolazioni fiscali mirate. Allo stesso tempo, però, potrebbe scattare un nuovo taglio sulle rivalutazione delle pensioni per le fasce “più ricche”.