Fare chiarezza sul caso brucellosi, l’infezione che continua ad imperversare negli allevamenti bufalini e bovini della provincia di Caserta e lanciare un appello alla collaborazione rivolto agli allevatori per una corretta applicazione del Piano di Eradicazione. Sono queste le motivazioni che il 22 settembre scorso hanno spinto il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Antonio Limone, a convocare nella sede di Portici (Napoli) una conferenza stampa.
Un’iniziativa che segue le notizie sulla prevalenza provinciale della brucellosi bufalina a Caserta ad agosto 2023 – secondo i dati diffusi dal commissario al Programma di Eradicazione, il generale dei Carabinieri Luigi Cortellessa: un 12% che, al netto di un lieve miglioramento della situazione sul 2022, era sembrato ancora troppo lontano dall’obiettivo intermedio da raggiungere entro fine dicembre 2023. Infatti, secondo il Piano di Eradicazione delle Zoonosi della Regione Campania, la prevalenza della brucellosi in provincia di Caserta dovrebbe raggiungere l’1,62%. Limone ha presentato un nuovo dato, riferito a settembre: la prevalenza è scesa ancora, all’11%.
Ma il Movimento degli Allevatori Bufalini della Provincia di Caserta, che ha nel leader di Altragricoltura, Gianni Fabbris, il proprio portavoce, e che da tempo invoca il commissariamento della Regione Campania sul caso brucellosi, nella serata del 22 settembre annuncia: “Siamo pronti a smentire tutte le fake news e l’opera di disinformazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno“. Ma ecco ora la cronaca della giornata di venerdì 22 settembre.
Mai abbattuti animali sani
Dalla sala conferenze dell’Izsm di Portici il direttore Limone subito dichiara la sua esigenza più sentita, serve “Sensibilizzare l’opinione pubblica, i media e le parti interessate sull’importanza di dare informazioni accurate e basate su evidenze scientifiche e normative, per affrontare l’annosa problematica della brucellosi e della tubercolosi nel comparto bufalino campano”.
L’obiettivo del piano è eradicare la malattia attraverso la semplice applicazione delle regole nazionali e comunitarie – è scritto in una nota dello Zooprofilattico. Delle 75.812 bufale positive abbattute negli ultimi undici anni, circa 55mila sono state portate al macello per brucellosi e altre 20mila per via della tubercolosi.
E soprattutto: “sono state inviate alla macellazione perché le norme comunitarie obbligano gli enti istituzionali preposti al controllo, come l’Izsm, a fare controlli analitici e, aziende sanitarie locali, a procedere agli abbattimenti, quando necessario, per tutelare i consumatori“. Durante la conferenza stampa Antonio Limone ha dichiarato: “Nessuno in questa Regione abbatte animali sani, si eliminano animali infetti in grado di trasmettere la malattia”. Si tratta per lo più di una risposta agli allevatori del Coordinamento legato ad Altragricoltura, che da tempo paventano l’elevato rischio di falsi negativi, legato all’utilizzo di analisi indirette. Argomento per altro molto discusso, suscettibile di varie interpretazioni, tutte riprese da AgroNotizie®.
“Quello che abbiamo fatto e stiamo facendo è a tutela della produzione della mozzarella di bufala e degli allevamenti bufalini, soprattutto in provincia di Caserta dove esiste la criticità“ ha sottolineato Limone, riferendosi alle accuse pure rivoltegli di voler ridimensionare il comparto lattiero bufalino a Caserta.
“Non si eradica la malattia se non c’è una fattiva collaborazione col mondo allevatoriale. Per questo – ha affermato il direttore Limone – confidiamo nel fatto che gli allevatori, acquisendo consapevolezza che il nostro operato è legato all’applicazione di norme comunitarie e nazionali ben precise, possano contribuire in questo sforzo che la Regione Campania, insieme al Ministero della Salute, alle Asl di competenza, al commissario straordinario e alla Comunità Europea vogliono realizzare al fine di eradicare questa malattia”.
“Noi siamo interessati alla crescita della Mozzarella di Bufala Campana – ha aggiunto citando la Dop dei record – e a sostenere gli allevatori virtuosi che la producono, perché questo significa un grande balzo in avanti per l’economia campana“.
Brucellosi, miglioramento graduale
Anche se lontano dall’obiettivo intermedio contenuto nel Piano di Eradicazione, il miglioramento c’è secondo l’Istituto Zooprofilattico, ed è dentro il trend pluriennale della malattia: l’incidenza della brucellosi – i nuovi casi sul patrimonio esistente – a Caserta aveva raggiunto il 10,40% nel 2020, mentre nell’agosto 2023 scende al 5%, segno di una decelerazione dell’infezione, frutto anche dell’applicazione del nuovo piano, adottato dalla Giunta regionale della Campania con la delibera numero 104 dell‘8 marzo 2022. La prevalenza – il rapporto secco tra casi d’infezione e patrimonio bufalino – che aveva continuato ad aumentare sino al 2021, portandosi al 18,71%, è ora all’ 11%, mentre ancora ad agosto 2023 rimaneva attestata al 12%, come evidenziato nella foto sotto, segno comunque di un risultato raggiunto: l’inversione di tendenza.
Inoltre, dal novembre 2022 allo scorso agosto, l’attività formativa itinerante della Asl di Caserta rivolta agli allevatori per la prevenzione delle zoonosi ha visto la somministrazione di 90 ore di lezione a 446 allevatori in 30 incontri e da parte di tre relatori.
Collaborazione fondamentale per l’eradicazione
“I dati dimostrano come si stia arrivando ad una situazione di collaborazione tra tutte le istituzioni e di buona parte degli allevatori per giungere ad un processo di eradicazione di questa malattia che nell’arco di pochi anni ci auguriamo sia portato a termine – ha concluso Esterina De Carlo – direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno. “Senza la collaborazione degli allevatori, questa operazione fallirà”, ha sottolineato Limone. “Ma se questi ultimi riusciranno a capire l‘importanza di avere allevamenti sani e permetteranno di applicare le norme – ha concluso – allora il piano avrà successo e permetterà, a tutto il comparto, di avere un’ulteriore crescita economica e, alla Regione Campania, di tutelare un’eccellenza qual è la Mozzarella di Bufala Campana, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo”.
Altragricoltura non ci sta
Gianni Fabbris, leader di Altragricoltura e portavoce del Coordinamento di associazioni a difesa della bufala in provincia di Caserta non ci sta. E promette “Siamo pronti a divulgare il dossier sulle fake news e le bugie palesi raccontate dall’Istituto Zooprofilattico di Portici per coprire il fallimento del Piano voluto dalla Regione Campania ed imposto manu militari dal presidente Vincenzo De Luca con i documenti di corredo che li certificano e documentano”.
Fabbris inoltre sottolinea come siano stati messi in atto “Una lunga serie di azioni di disinformazione che per anni ha giustificato e coperto l’operato della Regione Campania che ha portato ad aumentare la brucella e la Tbc in maniera esponenziale nel territorio mentre si consolidava la capacità degli uffici di ampliare a dismisura l’uso di fondi pubblici che avrebbero dovuto risolvere i problemi, ma che, in realtà, finora sono serviti solo a far chiudere oltre un terzo delle aziende, massacrando centinaia di migliaia di animali sani mentre la brucellosi e la tubercolosi si diffondono“.
Fabbris ha affermato, tra l’altro, che i dati completi e validati da documenti ufficiali, in grado di smentire la Regione Campania saranno messi a disposizione dei giornalisti durante una conferenza stampa che sarà convocata a breve.
https://agronotizie.imagelinenetwork.com/zootecnia/2023/09/25/campania-sulla-brucellosi-e-bagarre-tra-izsm-e-movimento-degli-allevatori/80186