Partiamo dai problemi…
«La questione è nota: fare il medico sta diventando sempre più complicato a causa delle innumerevoli denunce presentate dai pazienti. Migliaia di cause che intasano i tribunali e che troppo spesso risultano temerarie, visto che appena il 3 per cento di esse si conclude con la condanna dello specialista. E questa situazione ha conseguenze negative soprattutto per i pazienti».
«Un medico spaventato dal rischio di doversi continuamente giustificare in tribunale, è un medico che prescrive esami non sempre necessari e addirittura, a volte, invasivi. Questo incide su un altro grave “malanno” della nostra Sanità: le liste d’attesa. Abbiamo malati costretti ad aspettare mesi per un test anche perché, magari, a precederli ci sono persone per le quali quel test non era neppure indispensabile».
Che altro?
«In tutta Italia, ma soprattutto in Veneto, assistiamo a una ricerca disperata di medici, con le Regioni costrette a rivolgersi all’estero. A mancare sono soprattutto alcune categorie di specialisti che, guardacaso, coincidono con quelle più esposte al rischio di denunce, come Chirurgia, Rianimazione, Ortopedia, Ginecologia… Di riflesso si registra un calo delle “vocazioni”, con i bandi delle scuole di specializzazione che vanno deserti. Dare serenità ai camici bianchi, significa anche restituire attrattività alla professione».
Ora parliamo delle soluzioni: volete abolire il reato di omicidio colposo o di lesioni per i medici?
«Assolutamente no: nessuno scudo né una forma di immunità per chi sbaglia o per i casi di malasanità, ci mancherebbe».
Allora come ipotizzate di procedere?
«La riflessione della Commissione si stiamo orientando su due strade principali, che hanno lo scopo di scoraggiare le cause temerarie, le quali spesso hanno l’unico obiettivo di “spillare” del denaro».
La prima…
«Stando alle norme attuali, chiunque può accusare chiunque anche senza fornire prove a sostegno. L’ipotesi verso cui ci stiamo orientando, è di proporre al ministro un giro di vite: chi presenterà una denuncia, nei confronti del proprio medico, che si dovesse rivelare palesemente infondata, potrà incorrere in una pesante sanzione pecuniaria. Insomma, non rischia di pagare solo lo specialista ma anche chi lo accusa ingiustamente o in modo strumentale».
La seconda proposta?
«Questa è la novità che ritengo più interessante. Le denunce contro i medici dovranno essere “qualificate”. In pratica occorrerà allegare una consulenza, firmata da uno specialista che sostenga l’ipotesi che il paziente sia stato vittima di errore medico».
Funzionerà?
«Queste per ora sono le ipotesi alle quali stiamo lavorando e che potremmo presentare al governo. Credo sia la direzione giusta che consentirebbe di tutelare i pazienti, garantendo loro il diritto ad avere giustizia e a vedere punito chi sbaglia, e allo stesso tempo dare un taglio netto a chi sta tenendo sotto scacco un’intera categoria».
Corriere Veneto