Che non sarà quella in gestazione la manovra con cui realizzare tutte le promesse elettorali la premier Giorgia Meloni lo ha ampiamente ribadito in occasione del vertice di maggioranza in modalità aperitivo che si è svolto nelle ultime ore a Palazzo Chigi. Lo spazio ci sarà per confermare il taglio del cuneo, e poco altro. I conti peggiorano, anche se la crescita tiene le spese aumentano, il deficit aumenta: un primo balzo verso il 5%, mezzo punto in più del previsto, già viene dato per molto probabile. E potrebbe salire ancora, per colpa del Superbonus.
Meloni: concentrare risorse su ciò che ha maggior impatto
In occasione della conferenza stampa tenuta dopo il cdm che ha dato il via libera al decreto Caivano, Meloni ha delineato la strategia dell’esecutivo. «Concentrare le poche risorse di cui disponiamo su ciò che ha impatto maggiore, noi puntiamo su redditi, salari, pensioni, anche quelle per i giovani, la sanità e le famiglie – ha spiegato -. All’interno di queste cose che citiamo crediamo sia utile agire con misure di maggior impatto piuttosto che disperderle in tanti provvedimenti».
La premier ha parlato anche della trattativa in Europa per cambiare le regole di bilancio. «Sono convinta che sia importante riuscire a modificare le regole della governance prima che rientrino in vigore i vecchi parametri – ha detto – e se non si riesce proporrò di prorogare le attuali regole perchè tornare ai parametri pre covid produrrebbe una contrazione dell’economie già in sofferenza importante. Bisogna correre e credo sarebbe drammatico ritorno alle vecchie regole».
Sintonia tra Pd e Cgil
Schlein è tornata a Ravenna per una giornata interamente consacrata a una di queste battaglie, ovvero quella per il lavoro: dal salario minimo alla lotta alla precarietà, alla sicurezza. Insieme all’ex ministro Andrea Orlando, a Yolanda Diaz, vicepremier spagnola e principale protagonista della legislazione lavoristica spagnola alla quale il Pd si vuole ispirare, don Luigi Ciotti e soprattutto il segretario della Cgil Maurizio Landini. Fra Pd e Cgil resta qualche divergenza, ma prevale la sintonia. Come ha fatto notare Orlando, che ha sottolineato come quella del salario minimo, una delle battaglie ormai diventate identitarie del Pd di Schlein, non deve staccarsi dal rafforzamento della contrattazione e alla legittimazione della rappresentanza.
Sponda sulla lotta alla precarietà
Anche la lotta alla precarietà è un tema sul quale, sempre in vista dell’autunno, si fanno prove di sponda fra Pd e Cgil. Schlein ha ricordato come la precarietà sul lavoro sia nemica anche della sicurezza, mentre Landini ha rilanciato davanti alla platea del Pd anche l’ipotesi di raccogliere le firme per convocare referendum che tentino di abrogare alcune leggi. «Lo dico qui, alla festa del Pd – ha detto Landini – negli ultimi trent’anni tutti i governi hanno allargato la precarietà. Adesso è arrivato il momento di dire basta». E poi c’è la sanità. «Non basta difendere la sanità pubblica, dobbiamo migliorarla. Il Pd ha tra le priorità, di qui alla manovra, la difesa della sanità pubblica universalistica e anche le altre opposizioni concordano su questa battaglia da fare. Quando nelle nostre differenze riusciamo a fare alcune battaglie comuni siamo più forti e costringiamo Giorgia Meloni a uscire dai suoi spot».
Il Sole 24 Ore