di Michele Bocci, la Repubblica. Il via libera in Europa per il primo tra i nuovi vaccini anti-Covid, quello di Pfizer, è atteso per oggi. Salvo imprevisti, che comunque al massimo farebbero slittare l’approvazione di qualche giorno, l’agenzia del farmaco (Ema) aprirà così ufficialmente la procedura che porterà alla campagna vaccinale di autunno. In Italia la consegna delle prime dosi è attesa a inizio di ottobre e il piano è di fare contemporaneamente, a partire dalla fine del mese, l’anti coronavirus e l’antinfluenzale. Del resto, le categorie coinvolte, come da recente circolare del ministero alla Salute, sono le stesse: over 60 e persone fragili di tutte le età a causa di patologie.
La previsione che fanno alcuni esperti, anche visto l’approccio blando del ministero alla Salute dove si vuole sentir parlare il meno possibile di Covid, è che le coperture saranno bassissime. Del resto l’allarme è sceso e sono pure cadute le ultime misure, come l’isolamento obbligatorio dei positivi. L’anno scorso sono stati circa 6 milioni coloro che hanno fatto la seconda dose booster, cioè la quarta, a fronte di un numero doppio, appunto 12 milioni, di fragili che hanno richiesto e ricevuto l’antinfluenzale. Quest’anno potrebbe andare anche peggio, del resto il coronavirus fa sempre menopaura anche se le nuove varianti stanno allargando il contagio, con un raddoppio dei casi (ancora pochissimi e non in grado di mettere sotto pressione i sistemi sanitari, va ricordato) nell’ultima settimana. La pandemia, come ha detto Oms, è finita ma se infettate, le persone fragili sono comunque a rischio.
I nuovi anti-Covid (a breve arriverà anche quello di Moderna) sonostati progettati, come spiega Marco Cavaleri responsabile della task force per i vaccini di Ema, per contrastare la sottovariante XBB.1.5, «ma funzionano anche contro quelle più nuove», come BA.2.86, cioè Pirola. «Dobbiamo prepararci a un rialzo dei casi — dice Fabrizio Pregliasco, igienista di Milano — e ricordarci le prescrizioni anti-contagio, che anche lo stesso ministero ribadisce. Èstato giusto togliere l’obbligo di isolamento ma resta importante avere un grandissimo buonsenso, ed è infine cruciale il rilancio della vaccinazione». Sono mesi che in Italia non si vaccina praticamente nessuno, del resto la malattia è quasi scomparsa. Quindi ci si chiede se funzionino ancora la copertura derivata dal medicinale iniettato così tanto tempo fa oppure quella legata all’infezione. «Difficile dirlo — spiega Andrea Cossarizza, immunologo esperto di vaccini dell’Università di Modena —. Ci sono persone di oltre 100 anni i cui linfociti rispondono ancora al vaiolo, contro il quale si sono immunizzati 80 anni prima. Il Covid ormai lo abbiamo avuto tutti, forse anche più volte. Però il consiglio è di non rischiare e fare il richiamo ed è rivolto in particolare ai più fragili e deboli, a chi fa certe terapie, agli immunocompromessi». Sulla stessa linea anche Cavaleri: «C’è il pericolo che si sia persa un po’ di memoria immunitaria. Soprattutto gli anziani, a maggior ragione se non si sono vaccinati l’anno scorso, sarebbe bene che lo facessero. Sappiamo che non è più una pandemia, però questo non vuol dire che il virus non possa far male a chi è a rischio. Come per l’influenza e altri virus respiratori abbiamo un vaccino per proteggere ipiù fragili, allora usiamolo».