A Palazzo Ferro Fini i consiglieri regionali di Forza Italia sono due, ma non ce n’è uno che dica se è d’accordo o meno con l’attacco di Flavio Tosi alla Regione in tema di sanità e sociale. Uno – il veronese Alberto Bozza – fa sapere che “ha già parlato il segretario e quindi non fa dichiarazioni”. L’altra – la capogruppo padovana Elisa Venturini – fino a tarda sera risultava non raggiungibile. In giunta non c’è nessuno, perché nel 2020 il rieletto governatore Luca Zaia ha mantenuto un esecutivo di 8 assessori, di cui sette leghisti e uno di Fratelli d’Italia. Fatto sta che la bordata di Tosi ha fatto discutere, anche perché ha toccato uno dei temi più sentiti dalla popolazione: la sanità. «Il sistema socio-sanitario era il fiore all’occhiello del Veneto, oggi invece presenta evidenti criticità: dalle liste d’attesa in sanità che esplodono, al settore della non autosufficienza degli anziani carente di risorse», ha detto il deputato e coordinatore di Forza Italia. Che ha chiamato in causa Zaia: «Non affronta mai il grande tema della sanità e del sociale, che dipende proprio da lui».
Se gli azzurri tacciono, i Fratelli – a precisa richiesta – non si sottraggono. Il capogruppo di FdI, Enoch Soranzo: «Molto lavoro è stato fatto ma sicuramente serve “accelerare” e “intensificare” gli sforzi per migliorare e rispondere alla richiesta dei veneti di prestazioni sanitarie oggi non soddisfatte. Il fatto che i tempi di risposta di prestazioni sanitarie pubbliche si siano dilatati tanto da obbligare molti veneti a rivolgersi al privato non può essere sottovalutato. Temiamo che questa situazione possa creare notevoli difficoltà ai bilanci familiari di molti veneti e li costringa a rinunciare, magari, a curarsi». Che fare? «Siamo al lavoro per dare il nostro contributo alle riforme ed a tutti gli interventi necessari».
Le opposizioni
Va giù con l’accetta Elena Ostanel, consigliera regionale del Veneto che Vogliamo: «La Giunta di Zaia dovrebbe rinominarsi “Giunta dell’Ipocrisia e della Discrasia Veneta”, visto che l’unica cosa che conta è il non gestire le situazioni. Tosi che prende a randellate Zaia su sanità e sociale, la Lega e i fratelli meloniani in Veneto che fanno finta di fare la pace sull’autonomia mentre a Roma sono su due barricate ben distinte, i sindaci leghisti che combattono il loro ministro dell’Interno leghista sulla gestione dei migranti: intanto le problematiche che assediano le famiglie venete restano senza soluzione». Marco Garbin e Giovanni Faverin di Azione (partito non rappresentato in consiglio regionale) rilanciano: «Al di là dei tatticismi pre elettorali futuri, Tosi ha centrato il tema delle risorse carenti per segnalare che è tempo di affrontare con serietà e onestà cosa ha funzionato e cosa no».
La risoluzione
L’altra polemica riguarda l’autonomia e le scaramucce tra Lega e Fratelli d’Italia, con Alberto Villanova che respinge le osservazioni di Luca De Carlo: «Dice che non l’abbiamo coinvolto nella risoluzione e che se l’avessimo fatto ci avrebbe evitato errori? Intanto non c’è stato alcun errore, dagli uffici ci è stato solo suggerito di modificare un verbo, esortare anziché impegnare, cosa che avremmo potuto tranquillamente fare in aula. In secondo luogo, non mi risulta che FdI ci abbia mai presentato “in via preventiva” risoluzioni, mozioni, progetti di legge. La mia iniziativa era per sostenere il Governo nel processo di attuazione dell’autonomia, quella di De Carlo mi è parsa una reazione scomposta perché da parte mia non c’era nessun intento polemico. Ma dev’essere anche chiaro che sull’autonomia non posso accettare nessun rallentamento né passo indietro».
Il Gazzettino