Le vacanze sono finite e riprende il cannoneggiamento sull’autonomia differenziata. A palazzo Ferro Fini il capo dell’intergruppo Lega, Alberto Villanova, deposita una risoluzione per stanare gli alleati di FdI contro il rallentamento dell’iter del dl Calderoli. Azione di semplice fiancheggiamento all’offensiva mediatica studiata da palazzo Balbi con i contributi del Bo, di Ca’ Foscari, degli esperti della delegazione trattante e della Cgia. Campo di battaglia sarà la piattaforma già definita «anti-Svimez» (il centro studi per lo sviluppo del Sud ndr) dedicata all’autonomia che, dal primo settembre, pubblicherà, con relativa diffusione sui possenti social del presidente della Regione Luca Zaia, «card» esemplificative, materia per materia, per spiegare in modo semplice ai veneti quanto si spende oggi per ognuna delle 23 materie richieste dal Veneto.
Il volume
Un lavoro corposo dato che i numeri, poi distillati in una grafica accattivante, sono estrapolati da un tomo di cinquecento pagine consegnato a giugno al ministero per gli Affari Regionali proprio su richiesta del ministro Roberto Calderoli (una curiosità, il termine era inizio estate ma, a oggi, hanno consegnato i «compiti per casa» solo Veneto, Molise e Liguria). Come saranno le «card»? Un paio di esempi sono già filtrati. Si parte dal tema più caro a Zaia: la mancata applicazione della quota opzionale dell’Irpef con buona pace di opposizioni, sindacati e, pare, parte della maggioranza. Sull’Irpef, il Veneto registra un gettito pro capite evidentemente negativo (-0,4 euro a testa). Dall’altra parte del grafico c’è il Lazio con un gettito pro capite di 154,4 euro. La media per le regioni a statuto ordinario è 66,1 euro. La rossa Emilia arriva a 76,9 euro, il Piemonte dell’ex leghista ora in FI Alberto Cirio con 135,4 euro. Altro esempio volto a dimostrare la virtuosità del Veneto è la spesa dell’amministrazione pubblica pro capite ottenuta sommando le attività di tutti gli enti pubblici, dalla Regione ai Comuni. Bene, nel quadriennio 2016-2020, il Centro Italia tocca quota 124, peggio del Sud che si ferma a 97 e del resto del Nord che arriva a 90. Il Veneto virtuoso arriva a 86. Con una postilla importante: «al netto della previdenza». All’origine di tanti scontri fra esperti c’è proprio l’elemento «falsante» dei contribuiti versati molto più in Veneto che in alcune Regioni del Sud.
Il contributo solidaristico
I numeri sono un soggetto interessante perché, se ben organizzati, permettono di rafforzare una tesi. Fra le anticipazioni, allora, non stupisce che figuri il contributo solidaristico che già oggi il Veneto paga alla «sostenibilità finanziaria fra regioni»: quattromila euro pro capite. Insomma, quando si parla di fondo perequativo a bilanciare l’autonomia, palazzo Balbi fa sapere, conti alla mano, che già oggi la solidarietà fra regioni esiste ed è quantificabile.
«Nel percorso che porterà all’autonomia – spiega Zaia – viene chiesta collaborazione per fotografare il rapporto Stato-Regione attraverso le competenze. Il nostro ufficio studi elaborerà delle sintesi su dati sociali, economici e finanziari rispetto ai benchmark nazionali: avremo istogrammi sulla spesa veneta paragonata a quella di altre regioni, trasporti, istruzione, gettito fiscale, evasione e così via». Nel dossier consegnato a Calderoli (da cui discendono le semplificazioni web) si calcola, materia per materia, fino all’ultimo centesimo, quanto lo Stato già spende per il Veneto e quanto il Veneto aggiunge di suo. Una «polaroid» per dirla con Zaia, che cristallizza la base di lavoro per le future intese. Parlamento permettendo date le complicazioni già sorte sul dl Calderoli in commissione Affari Costituzionali a palazzo Madama: «È ragionevole che tutti esprimano le proprie perplessità, proposte e aspettative, – dice Zaia rispetto all’emendamento FdI per la definizione dei Lep, i livelli essenziali di prestazione, attraverso decreti legislativi e non i più veloci Dpcm – però alla fine vedremo il testo di legge approvato e poi dirò se c’è stato ostruzionismo o preoccupazione». La campagna d’autunno sarà cruenta. E Zaia, citando il milione e 700 mila euro di finanziamenti pubblici a Svimez dice: «Li chiederemo anche per il nostro centro studi, altrimenti ci arrangeremo, come sempre».
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