Repubblica Ci provano in tutti i modi. Offrono l’ombrellone in spiaggia e i pasti, la casa e un aumento in busta paga. In periodo di grandi carenze di professionisti sanitari, Asl e Regioni studiano benefit per convincere infermieri e medici a spostarsi nelle località meno richieste. L’offerta di lavoro in sanità è ormai molto superiore al numero di professionisti disponibili, che così possono spesso scegliere dove prestare servizio. Va a finire che le aree più remote o comunque scomode del Paese, e quindi meno appetibili, restano scoperte. Mancano un po’ tutti i profili, dai dottori ospedalieri a quelli di famiglia fino appunto agli infermieri.
Visto che di risorse extra per la sanità ce ne sono poche e tutte le Regioni fanno i salti mortali per chiudere i bilanci in pareggio, molti offrono benefit. È il caso della Toscana, che cerca di risolvere l’annoso problema dell’Isola d’Elba. Nell’ospedale di Portoferraio c’è sempre carenza di camici bianchi e per questo nelle settimane scorse è stata fatta una delibera nella quale ai medici già assunti nel sistema sanitario regionale che sono disposti a trasferirsi per un periodo da 1 a 8 settimane, vengono fatte ottime offerte. Ad esempio convenzioni che assicurano l’ombrellone negli stabilimenti balneari, biglietti di cinema e teatri, sconti in ristoranti e palestre o presso autonoleggi. In più, chi si sposta riceve 2 mila euro alla settimana. Ai giovani medici che invece accettano di iniziare la carriera sull’isola e che resistono almeno tre anni, oltre ad avanzamenti di carriera si dà la possibilità di scegliere l’ospedale dove lavorare quando finisce l’esperienza. La delibera ha funzionato, proprio in questi giorni sono arrivate 81 domande di dottori già assunti in Toscana che si sposterebbero per qualche settimana.
Ma ci sono iniziative in molte altre zone del Paese. In Veneto hanno molte idee. Intanto c’è il caso di Venezia, dove per avere i medici di famiglia sono disposti ad assicurargli l’ambulatorio gratis in una città dove gli affitti sono molto alti. Nellacasa di riposo più grande di Padova, invece, assicurano sei mesi di casa a costo zero agli infermieri che accettano l’assunzione. Sempre in Veneto, a Belluno, si fanno ottime offerte ancora ai medici di famiglia. Ci sono tante zone disagiate di montagna dove i dottori non voglionoandare, lasciando così senza assistenza centinaia di cittadini. In tutto, i comuni interessati sono una trentina. La Asl offre più soldi in busta paga, cioè un bonus di poco meno di 8 mila euro.
Ci sono tante zone disagiate anche in Sardegna e da poco la Regione ha stanziato 5 milioni di euro per finanziare un’indennità a medici e infermieri che sono disponibili a lavorare nelle strutture più periferiche. Stessa cosa era stata fatta per i medici di famiglia. In Piemonte, poi, puntano sugli specializzandi. La fondazione del nuovo ospedale di Alba-Bra mette a disposizione per gli specializzandi che accettano di fare il loro percorso di formazione nella struttura vitto e soprattutto alloggio. «È un sistema che funziona molto bene. Senza non verrebbe nessuno», spiega il direttore generale dell’azienda sanitaria Cuneo 2, Massimo Veglio.
I Trentino hanno poi affinato i meccanismi per attrarre i professionisti. Addirittura, due anni fa, avevano annunciato che avrebbero dato lo ski-pass ai lavoratori disposti a trasferirsi nelle strutture sanitarie della provincia. In realtà quel progetto non è mai partito ma ne sono stati avviati altri. «Bisogna fare attenzione con queste offerte — spiega l’attuale direttore generale della Asl di Trento, Antonio Ferro — Perché fanno arrabbiare chi è già presente nel sistema, che poi ti dice “perché a me no?”. E ha ragione».
La strategia quindi è cambiata. «Noi cerchiamo di attrarre facendocapire intanto che qui la qualità della vita è molto buona. Abbiamo fatto anche un accordo con la società “Trentino marketing” per promuovere il lavoro nella nostra sanità. Abbiamo una bacheca virtuale, con una rete di 3 mila persone che fanno comprendere quanto sia bello abitare qui, magari crescerci un figlio. Poi certo, abbiamo anche benefit: aiutiamo con l’alloggio, investiamo più di chiunque altro sulla formazione, che così è gratuita per molti nostri dipendenti. E poi offriamo più progressioni di carriera».
I risultati? Sono arrivati, anche se bisogna sempre tenere presente che ci sono settori, come l’emergenza- urgenza, sempre in difficoltà. «All’ultimo concorso per infermieri si sono presentati in 600 e abbiamo avuto 36 domande per quello di anestesia e rianimazione».