A pochi giorni dalla scadenza del termine, sono 67 le domande degli aspiranti direttori generali delle Ulss venete. E a farsi avanti, confidando evidentemente in una riconferma, sono quasi tutti gli attuali dg. Tra questi Francesco Benazzi (Ulss 2 Marca Trevigiana), Maria Giuseppina Bonavina (Ulss 8 Berica), Edgardo Contato (Ulss 3 Serenissima), Mauro Filippi (Ulss 4 Veneto Orientale), Callisto Marco Bravi (Azienda ospedaliera di Verona), Carlo Bramezza (Ulss 7 Pedemontana), Pietro Girardi (Ulss 9 Scaligera).
La lista degli aspiranti potrebbe però allungarsi: benché la delibera della giunta regionale che ha dato avvio alla procedura per la selezione degli idonei alla nomina di direttore generale delle aziende e degli enti sanitari sia del 27 giugno e sia stata pubblicata nel Bur il 14 luglio scorso, la decorrenza scatta con un altro atto: l’avviso delle candidature. Ebbene, l’avviso in questione è il numero 18 del 20 luglio scorso ed è stato pubblicato sul Bur il giorno dopo. I trenta giorni per presentare la candidatura scattano proprio dalla pubblicazione dell’avviso nel Bollettino ufficiale della Regione. Dunque, gli aspiranti (o i ritardatari) hanno un’altra settimana di tempo per farsi avanti. Intanto, siamo già a una settantina di curricula.
AGITAZIONE
Di certo, la selezione decisa dalla giunta di Luca Zaia ha provocato non poca agitazione tra i manager della sanità veneta. Nominati il 1° marzo 2021, erano convinti di restare in carica cinque anni, quindi fino all’inizio del 2026. Il contratto è infatti sì di tre anni, ma prevede la “possibilità di proroga dell’incarico per ulteriori due”. E tutti erano convinti, come è sempre successo in passato, che la proroga sarebbe stata automatica. È vero che nel frattempo, con la morte di Maria Grazia Carraro, è sorto il problema dell’Ulss 1 Dolomiti, attualmente gestita dal commissario Giuseppe Dal Ben, che è pure dg dell’Azienda ospedaliera di Padova, ma i timori che il nuovo avviso coincida con uno sfratto generalizzato alberga in molti.
Il punto è che, anche se riguardasse la sola sostituzione della scomparsa dottoressa Carraro, la Regione comunque avrebbe dovuto rifare gli elenchi dei papabili. Il decreto legislativo 171/2016 stabilisce, infatti, che per le nomine si peschi da un “elenco nazionale di idonei”, elenco che viene aggiornato ogni due anni. Quello nuovo pubblicato nel sito internet del ministero della Salute – risale a settimane fa e così la giunta regionale ha preso atto che le “rose” di candidati usate per le nomine del 2021 non valgono più e quindi ha dato il via alla nuova selezione. Quel che si chiedono i dg in carica è: c’era davvero bisogno di nuove liste di papabili se nel marzo 2024, alla scadenza del triennio, fosse scattata la proroga? E, comunque, perché procedere con così tanto anticipo?
Al.Va. – Il Gazzettino