«Penso che l’obiettivo di chiusura del contratto dei medici entro il mese di luglio sia un obiettivo plausibile». Lo ha detto il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, a margine della presentazione e dei dati del bilancio consolidato del gruppo San Donato. «Io ho una mia filosofia – ha aggiunto – credo che qualsiasi organizzazione per funzionare bene ha bisogno di un capitale umano motivato, che ha orgoglio di appartenenza e sicuramente la voce retributiva è una delle voci che compongono la motivazione delle persone, quindi da parte mia ci sarà il massimo sforzo per ottenere quello che si può per dare soddisfazione anche su questo fronte».
“Dopo l’invenzione della moneta, nel mondo del mercato e della negoziazione, in cui un medico gettonista viene pagato dalle Aziende sanitarie 1200 euro a turno e paracadutato in un reparto di cui non conosce nulla, l’unico modo per compensare adeguatamente i medici, i veterinari, i farmacisti, i biologi, e tutti i sanitari del SSN che tengono in piedi la sanità pubblica 365 giorni l’anno con carichi di lavoro sempre più pesanti e con un contratto di lavoro scaduto da tre anni e sottofinanziato al 4% con l’inflazione all’8%, è quello molto sintetico e concreto di riconoscere per legge un sostanzioso incremento extracontrattuale della specifica indennità medica e sanitaria.
Le defiscalizzazioni occasionali e a scadenza non sono la soluzione. Servono risorse fresche che aumentino la massa salariale del personale del SSN.
What else?”
Questo il commento del Presidente FVM Aldo Grasselli al Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, che ha dichiarato di ritenere plausibile la chiusura del CCNL 2019-2021 entro luglio.
Sulla tempistica interviene il segretario nazionale Cimo Quici. «Invidiamo l’ottimismo del ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, che ritiene plausibile la chiusura del contratto dei medici entro fine luglio. Peccato, tuttavia, che rimangano ancora aperti nodi cruciali come l’orario di lavoro, la composizione dei fondi contrattuali e altri aspetti fondamentali per la qualità della vita dei medici e la sicurezza delle cure, come le sostituzioni dei direttori di unità operativa e il servizio fuori sede. E considerata l’impossibilità di intervenire sugli stipendi, che devono essere equiparati a quelli del resto della dirigenza della PA, sono proprio questi gli aspetti che motivano il personale, come auspicato dal ministro».
«Della parte economica del contratto – continua Quici – addirittura non abbiamo ancora ricevuto neanche una bozza, e per quanto riguarda l’orario di lavoro la stessa Aran nell’ultima riunione ha ammesso la difficoltà di giungere a un compromesso, considerata l’ostinata resistenza a qualsivoglia miglioramento del testo più volte dimostrata dalle Regioni. Riteniamo dunque impossibile concludere un contratto in così poco tempo, quando questioni tanto complesse e determinanti risultano ancora ampiamente aperte. A meno che la vera intenzione della controparte non sia proprio quella di confermare l’attuale bozza, ritenuta inaccettabile. Chiederemo un incontro al ministro Zangrillo per discutere della reale portata del nuovo contratto e delle criticità che esso dovrà necessariamente risolvere al fine di frenare la fuga dei medici dagli ospedali pubblici. E se è questo l’obiettivo che ci poniamo, non possiamo pensare solo a rispettare determinate scadenze».