La Camera ha approvato il testo che istituisce la commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid. Il M5s hanno lasciato l’aula, mentre il terzo polo ha votato a favore della proposta. L’organo non si occuperà delle eventuali mancanze nell’intervento delle Regioni, un aspetto pesantemente criticato dalle opposizioni perché taglia fuori le responsabilità che potrebbero ricadere sull’amministrazione leghista della Regione Lombardia che nelle prime settimane dell’emergenza ha contribuito alla gestione della pandemia. Anche dopo l’approvazione del testo, sono continuate le polemiche, rintuzzate dal leader di Italia viva Matteo Renzi, uno dei principali promotori della legge.
Disco verde della Camera alla commissione d’inchiesta per la gestione del Covid. Ora per il via libera definitivo serve l’ok del Senato, che se ne occuperà dopo le ferie estive. A Montecitorio il testo che istituisce la bicamerale è passato con 172 voti a favore, quattro astenuti e nessun contrario. Le opposizioni, a eccezione del Terzo polo, non partecipano al voto in segno di protesta. «Verità, verità», urla la maggioranza mentre i deputati del Movimento 5 stelle lasciano l’aula. «Questa commissione è una farsa», grida in aula Giuseppe Conte, premier al tempo della pandemia. «È un tribunale politico ai governi precedenti», aggiunge l’ex ministro della Salute Roberto Speranza.
Ieri alla Camera il clima è stato di fuoco sin dal mattino. A un certo punto è Giovanni Donzelli a chiedere l’intervento del presidente di turno, Fabio Rampelli: «Voglio segnalare che il vicepresidente del gruppo del Partito democratico, Toni Ricciardi, ha fatto il segno, come se fossimo in un’osteria, “ti aspetto fuori, vieni fuori, ti aspetto dopo”. Credo che sia indecoroso verso quest’aula. I bulletti che vogliono fare gli arroganti possono andare altrove», chiosa tra gli applausi del centrodestra.
Lo scontro esplode durante le dichiarazioni di voto. «Io vi accuso davanti al popolo italiano perchè questa commissione è una farsa, uno schiaffo agli italiani, non è un atto di coraggio politico ma di vigliaccheria», attacca Conte. «Avete dalla vostra solo la forza dei numeri – prosegue – ma nessuna autorevolezza politica e morale. Questa commissione ve la fate da soli, questo insulto agli italiani ve lo voterete da soli, senza la nostra complicità, usciremo dall’aula». L’ex premier ricorda le dichiarazioni dell’attuale presidente del Consiglio durante la pandemia, allora all’opposizione dell’esecutivo da lui guidato: «Ci ricordiamo di Meloni quando tuonava contro il governo accusandoci di essere criminali». Conte parla di «sciacallaggio politico» da parte del centrodestra e di una commissione confezionata per essere un «plotone di esecuzione».
Poco dopo prende la parola l’ex titolare della Sanità e le accuse alla maggioranza non sono da meno: «La commissione è un tribunale politico per colpire gli esponenti dei governi che vi hanno preceduto – rincara Speranza – per come l’avete pensata è indegna per un grande Paese come l’Italia». Il centrodestra respinge al mittente le accuse. «Non vogliamo fare nessun processo, vogliamo solo trasformare gli errori in un’esperienza che ci porti a non commetterli più», dice Simona Loizzo (Lega), un medico cui il Covid ha portato via il compagno. Per il capogruppo di FdI Tommaso Foti, che parla di «teatrino puerile delle opposizioni», la commissione «è un atto di giustizia ma anche di doverosa testimonianza nei confronti di tanti italiani che chiedono di sapere veramente cosa sia successo durante la pandemia».
Tra i temi di scontro l’esclusione dell’operato delle regioni dal raggio di azione della commissione d’inchiesta. Per le opposizioni il centrodestra lo ha fatto di proposito, per evitare che si potesse sollevare il coperchio su come hanno agito quelle regioni governate dal centrodestra, Lombardia in testa. «Votano una commissione per coprire le scelte disastrose di Fontana e Gallera», sottolinea Silvia Roggiani (Pd). Elly Schlein definisce «una mossa strabiliante escludere le regioni dal perimetro dei lavori della commissione. Regioni che, come è noto, hanno competenze primarie nella gestione della sanità, e chiaramente ne hanno avute nella risposta all’emergenza pandemica».
Azione e Italia Viva si esprimono a favore della commissione. Davide Faraone (Iv) sottolinea «l’inutilità del dibattito» in corso e critica le opposizioni che hanno deciso di non partecipare al voto. Il fronte centrista, tuttavia, non è così compatto: sono almeno sette i deputati del gruppo Azione-Iv che, pur presenti, non votano a favore come da indicazione. Non è un mistero, tra l’altro, che i renziani aspirino a guidare la commissione. —