Carni, latte e formaggi: il top del made in Italy per 9 italiani su 10. Un vero tratto distintivo di cui andare orgogliosi.
Ecco una delle principali evidenze del sondaggio che AISA – Federchimica, l’Associazione Nazionale Imprese Salute Animale, ha realizzato, in collaborazione con SWG, per indagare l’opinione degli italiani sul binomio allevamenti e benessere animale.
La qualità del cibo, quindi, è sempre più spesso vista come un plus, strettamente correlato alla salute degli animali e direttamente connesso al benessere umano, in un’ottica diffusamente e sempre più unanimemente one health.
La pensa così, infatti, il 91% dei rispondenti.
E in questo scenario, qual è allora il ruolo che l’opinione pubblica riconosce ai veterinari?
Viene loro attribuito un compito duplice, da svolgersi non soltanto nella cura degli animali malati, ma dedicato pure, in maniera proattiva, alla costruzione di un allevamento responsabile, che tenga conto del benessere dei capi allevati. In altri termini, accanto a una forte attenzione alla food safety, si sta progressivamente diffondendo una crescente sensibilità nei confronti della food security, a garanzia di una quantità adeguata di cibo per tutti.
Di questo si è discusso nel corso della tavola rotonda “Made in Italy alimentare: il ruolo della produzione sostenibile per la qualità e la tutela dei prodotti” in cui sono intervenuti Nicola Bertinelli, Presidente Consorzio Parmigiano Reggiano, Romano Marabelli, Advisor Direzione Generale World Organization for Animal Health (WOAH), Giovanni Sorlini, Responsabile Sanità Animale e Ambiente, Assocarni. Nel dibattito sono intervenuti anche Sen. Giorgio Maria Bergesio, Vicepresidente Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare, On. Maria Chiara Gadda, Vicepresidente Commissione Agricoltura.
In apertura dell’incontro Pierdavide Lecchini, Direttore DGSAF del Ministero della Salute, evidenziando come la Direzione sia impegnata sul tema della sostenibilità dei processi della produzione alimentare, ha precisato: “Il tema della sostenibilità delle filiere è stato eletto dalla presidenza svedese dell’Unione Europea come priorità. Emerge quindi la necessità di gestirlo in maniera innovativa, avvalendosi delle possibilità tecnologiche e delle evidenze scientifiche più recenti. La Commissione Europea ha indicato chiaramente la sostenibilità nella strategia Farm to Fork: la produzione legislativa attuale deve essere altrettanto sostenibile per supportare il benessere animale, controlli ufficiali e l’intero sistema agroalimentare”.
In chiusura della giornata Arianna Bolla, Presidente AISA – Federchimica ha sottolineato il ruolo che l’industria del farmaco è chiamata a svolgere nel contesto italiano in cui il comparto agroalimentare rappresenta un’eccellenza. “L’industria del farmaco veterinario può giocare un ruolo chiave nella realizzazione di una sempre maggiore sostenibilità all’interno degli allevamenti, in cui il benessere degli animali risulta essere un fattore di assoluta priorità, così come la garanzia di un’ampia accessibilità a prodotti salubri e di qualità da parte della popolazione. Nel contesto del nostro impegno identitario per la salute degli animali, siamo convinti che la profilassi e le cure non siano unicamente funzionali alla gestione di malattie o disturbi che possono insorgere negli animali, ma siano indispensabili per garantire produzioni salubri e sostenibili, nonché per la tutela della salute di tutti noi in ottica One Health. Il nostro invito alle Istituzioni è quello di utilizzare tutti i consessi e gli strumenti opportuni per la tutela di due comparti strettamente collegati tra di loro”.