Concluso ufficialmente il ciclo di oltre 60 audizioni in Parlamento sul disegno di legge di attuazione dell’autonomia, «la riforma compie un ulteriore passo avanti», come avvisa a caldo il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli. «Abbiamo ascoltato ogni sorta di posizione e raccolto elementi più che sufficienti. È stato scelto il ddl del Governo come testo base per l’esame del Parlamento – è l’annuncio del ministro – che continua a essere pienamente coinvolto in questo percorso. La scadenza per la presentazione degli emendamenti è fissata al 22 giugno, con l’inizio della discussione generale a partire da mercoledì prossimo. Insomma, tutto procede come da programma. L’autonomia è una sfida di responsabilità e trasparenza nell’interesse dei cittadini, per garantire un’Italia efficiente e senza più sperequazioni. Questo è l’obiettivo mio e del Governo, che contiamo di portare a casa quanto prima».
Il ciclo di audizioni ha evidenziato una serie di criticità che andranno ora affrontate nell’iter parlamentare. Tra queste ci sono i rilievi dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, che lancia moniti sui Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni: la premessa perché il Ddl sull’autonomia differenziata, molto caro alla compagine leghista del Governo Meloni, spicchi il volo. Il trasferimento delle risorse alle “Rad” (Regioni ad autonomia differenziata), ha ricordato infatti il consigliere Arachi in audizione davanti alla Commissione Affari costituzionali del Senato, per le materie relative ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale è vincolato alla determinazione dei Lep e la quantificazione sarà basata sui costi e fabbisogni standard.E allora, sottolineano dall’UPB nel testo presentato in audizione, “la garanzia delle risorse necessarie per le funzioni attribuite alle Rad dovrà essere accompagnata da opportuni presìdi per assicurare che i Lep siano effettivamente raggiunti su tutto il territorio nazionale. L’articolo 7 del Ddl “contempla verifiche facoltative e asimmetriche in quanto riguardano il raggiungimento dei Lep nelle Rad e non nel resto del territorio nazionale dove la fornitura continua a essere statale – rilevano ancora dall’Ufficio parlamentare di Bilancio -. Data la rilevanza costituzionale della garanzia dei Lep, le verifiche andrebbero più opportunamente previste – avvisano i consiglieri – nell’ambito di una procedura periodica e simmetrica che copra sia i servizi resi dalle RAD sia quelli forniti dallo Stato. Al monitoraggio periodico e con regole uniformi fra le Rad andrebbe poi collegata l’attivazione dei poteri sostitutivi dello Stato in caso di inadempienza, in analogia a quanto previsto in campo sanitario con i riferimento ai Lea”. Stando al testo attuale, appaiono invece “limitate” le verifiche previste sull’effettiva erogazione dei Lep.Non solo: è necessario un raccordo fra finanziamento e fabbisogni nel caso di materie in cui siano stati fissati dei Lep e “andranno compensate, con un aggiornamento delle compartecipazioni, non solo variazioni dei fabbisogni che derivino da revisione o integrazione dei Lep”, come già previsto dal Ddl, ma “anche quelle che si potranno verificare in ogni singola Regione ad autonomia differenziata a Lep dati. I fabbisogni – rilevano infatti dall’UPB – possono variare perché cambiano le quantità di prestazioni da assicurare, ad esempio, a seguito di aumenti o diminuzioni delle platee dei beneficiari causate dagli andamenti demografici, o perché cambia il costo standard, ad esempio, a seguito di incrementi retributivi legati a rinnovi di contratti nazionali o per modifiche delle tecnologie”.
Inoltre, per uniformità delle metodologie e della periodicità nell’aggiornamento dei fabbisogni regionali, si propone di affidare alla Commissione tecnica per i fabbisogni standard il compito della revisione periodica dei fabbisogni standard relativi ai Lep assegnati alle Rad e dei tassi di crescita della spesa statale nelle altre funzioni a loro trasferite.
Il Sole 24 Ore