Una situazione che non si verifica in nessun altro paese d’Europa. Se si guarda a un periodo ben più ampio la Germania ha affrontato danni tra il 1980 e il 2020 per 107,6 miliardi di euro e di questi poco meno di 40 miliardi erano assicurati, quindi con un gap del 63%. La Francia 99 miliardi di cui 40,2 miliardi in carico alle compagnie per un differenziale del 59%. Numeri importanti anche oltreconfine ma nettamente migliori rispetto a quelli della penisola che, d’altra parte, come sottolinea l’Ania ha solo il 52% delle case coperte da una polizza contro l’incendio mentre poco meno del 5% ha un’estensione contro gli eventi calamitosi. Questo a fronte del fatto che oltre il 70% delle abitazioni del Paese è esposto a rischi significativi.
Tra i quali terremoti e alluvioni. Quest’ultime, secondo la classifica dei fenomeni che più hanno impattato sul vecchio Continente tra il 2001 e il 2021, sono tra le principali cause di danni ingenti in Europa, valgono il 41% del totale. E l’Italia non ne è esente. Nell’ultimo decennio, gli eventi meteorologici estremi, tra cui forti piogge, grandine e tornado, sono più che quadruplicati, passando da 348 nel 2011 a 1.602 nel 2021, secondo l’European Severe Weather Database. In altre parole alluvioni e frane si verificano più frequentemente di qualsiasi altro pericolo naturale.
Le regioni italiane più soggette a inondazioni, stante la morfologia del territorio, sono la Liguria Nord occidentale e la Pianura Padana, che comprende Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Veneto, con un occhio attento per quel che riguarda l’area del Po. Ma il rischio alluvione interessa praticamente tutte le regioni, comprese Sicilia e Sardegna.
In questo quadro gli interventi strutturali sul piano della prevenzione e della tutela del territorio sono fondamentali. Ma anche la spinta a scegliere delle coperture assicurative adeguate lo è. Al 31 marzo 2022 esistevano nel mercato poco meno di 1,4 milioni di polizze con l’estensione alle catastrofi naturali (erano 1,4 nel 2021, 1,2 milioni nel 2020, 826 mila nel 2019, ma solo 440 mila nel 2016), ottenute come somme delle polizze con la copertura del solo rischio terremoto (579 mila), del solo rischio alluvione (275 mila) e di entrambe le calamità (496 mila).
Dall’incidenza percentuale delle unità abitative assicurate contro il rischio catastrofi naturali sul totale delle abitazioni esistenti risulta che solo nelle città di Trento, Firenze, Siena, Mantova e Brescia si arriva al 10%; in generale in tutto il Nord mediamente tale percentuale arriva al 6,2%. Come invertire la rotta? «Il settore pubblico e quello privato devono trovare insieme risposte adeguate a questa situazione. Dal punto di vista finanziario, lo Stato da solo non può più sostenere i costi della ricostruzione. L’assicurazione può svolgere un ruolo importante in questo senso con rimborsi più rapidi ed efficienti e può contribuire a potenziare gli sforzi di prevenzione. Gli assicuratori possono adottare un approccio proattivo, preparando, pianificando e migliorando i loro protocolli sfruttando le nuove tecnologie per garantire che i maggiori volumi di sinistri possano essere gestiti in modo efficiente. Allo stesso tempo, dati più granulari aiuteranno a modellare meglio i pericoli secondari per aiutare la società a mitigarne l’impatto», ha commentato Nikhil da Victoria Lobo, head P&C Reinsurance Western & Southern Europe di Swiss Re.