A distanza di tre mesi, Azienda Zero ci riprova. Dal momento che continua la grave carenza di medici d’Emergenza-urgenza, ieri è stato bandito un nuovo concorso per la ricerca di 145 camici bianchi in Veneto, malgrado con l’ultima selezione a febbraio ne fossero stati trovati solo 37 a fronte di 154 richieste. Questa volta, però, le maglie saranno più larghe: a candidarsi potranno essere anche i dottori privi di specializzazione, purché nell’ultimo decennio abbiano accumulato esperienze da precari in Pronto soccorso per un totale di almeno tre anni.
I CONTRATTI
Fuorché nell’Azienda ospedaliera di Padova, che aveva già soddisfatto le proprie necessità, ci sono posti a disposizione dappertutto: 4 nell’Ulss 1 Dolomiti, 13 nell’Ulss 2 Marca Trevigiana, 20 nell’Ulss 3 Serenissima, 16 nell’Ulss 4 Veneto Orientale, 22 nell’Ulss 5 Polesana, 24 nell’Ulss 6 Euganea, 9 nell’Ulss 7 Pedemontana, 10 nell’Ulss 8 Berica, 25 nell’Ulss 9 Scaligera e 2 nell’Azienda ospedaliera di Verona. La metà dei contratti, tutti a tempo indeterminato, sarà garantita ai medici che per un minimo di sei mesi “abbiano prestato servizio in mansioni corrispondenti nelle attività dei servizi esternalizzati”, cioè nelle cooperative o negli altri tipi di società che forniscono i turni alle aziende sanitarie e ospedaliere della Regione. La disposizione mira dunque a trasformare i “gettonisti” in dipendenti, senza però arrivare a richiamare quelli che se n’erano andati, dato che “non ha diritto alla suddetta riserva il personale che abbia interrotto volontariamente il rapporto di lavoro dipendente con una struttura sanitaria pubblica per prestare la propria attività presso un operatore economico privato”, evidentemente per evitare un fenomeno di “porte girevoli” a spese dei cittadini.
I REQUISITI
Del resto il decreto Bollette ha impresso una stretta all’ingaggio dei medici a gettone. In questo senso va letto il nuovo requisito previsto dal bando di Azienda Zero. Possono infatti partecipare non solo gli specialisti (e specializzandi dal terzo anno) in Medicina d’emergenza-urgenza o in discipline equipollenti e affini, ma pure i laureati “semplici” in Medicina e chirurgia che fra il 1° gennaio 2013 e il 30 giugno 2023 abbiano maturato un’esperienza in Pronto soccorso “per almeno tre anni di servizio anche non continuativo, con contratti a tempo determinato, con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, con contratti di convenzione o altre forme di lavoro flessibile”. Permettendo ai precari di stabilizzarsi, dunque, si punta a riempire le caselle rimaste vuote nell’ultimo concorso, quando addirittura erano rimasti a secco di nuovi innesti interi territori, quali quelli del Veneto Orientale, del Polesine e del Padovano (al di là del policlinico universitario).
LA VALORIZZAZIONE
Non sarà comunque facile, considerata la disaffezione dei sanitari per le condizioni praticate dal pubblico, come risulta dalle periodiche indagini promosse dai sindacati. Ultima in ordine di tempo quella della Fadoi, secondo cui il 50% dei medici e degli infermieri che lavorano nei reparti di Medicina interna, presenta uno stato di “burnout”, cioè di esaurimento professionale. “La valorizzazione del personale sanitario – ha commentato ieri il ministro Orazio Schillaci – è un tema che ho riportato al centro dell’agenda politica del Governo da subito. Le misure inserite nel cosiddetto decreto Bollette costituiscono un primo passo in questa direzione ed altri ne compiremo nel corso della legislatura. Ma l’impegno è quello di riuscire a far sì che tutto il nostro personale sanitario si senta gratificato nella sua professionalità, che nessun medico, infermiere, operatore sociosanitario si senta sopraffatto dallo stress”. Per questo, ha aggiunto il titolare della Salute, “oltre alla valorizzazione economica, occorre rendere più attrattivo il Servizio sanitario nazionale intervenendo sulla riorganizzazione dei modelli, lavorando a una maggiore appropriatezza prescrittiva e a un miglior utilizzo dei posti letto”.
Angela Pederiva -Il Gazzettino