Il nostro Paese ha un Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico resistenza. Per promuovere politiche ancora più forti dedicate allo studio del fenomeno e ai modi per affrontarlo nasce l’Osservatorio nazionale sull’antimicrobico resistenza. L’idea dei fondatori è di istituire una struttura permanente che tenga sotto controllo l’andamento dell’epidemiologia e proponga anche linee guida sanitarie e iniziative di comunicazione ed educazione, per sensibilizzare sia i cittadini che il personale sanitario sui comportamenti più appropriati per affrontare il problema.
Nasce l’Osservatorio nazionale sull’antimicrobico resistenza (Onsar). È stato presentato il 18 aprile a Roma e verrà presieduto da Walter Ricciardi. Sarà un think tank pensato per fronteggiare una delle più gravi minacce per la salute umana, principale causa di morte in tutto il mondo che genera elevati costi umani ed economici, in continua crescita.
Un fenomeno preoccupante
I dati allarmano, spiegano gli organizzatori. Si stima che entro il 2050 il fenomeno diventerà più letale del cancro con più di 10 milioni di vittime l’anno nel mondo. In Europa si registrano 33.000 decessi l’anno resistenza ai farmaci, di cui ben 11 mila avvengono in Italia che nel 2050 potrebbero diventare 450 mila con un impatto economico per il Servizio sanitario nazionale di 1,3 miliardi di euro.
Gli obiettivo dell’Osservatorio
Il nuovo Osservatorio ha un duplice obiettivo: da un lato sistematizzare i dati sulle infezioni legate all’assistenza e all’antimicrobico-resistenza, dall’altro usare questi dati per analizzare in modo oggettivo la situazione nel nostro Paese e fornire indicazioni, raccomandazioni e linee guida sanitarie ai decisori politici basate sulle evidenze scientifiche, e iniziative di comunicazione, educative e di sensibilizzazione, utili a modificare comportamenti impropri della popolazione e del personale sanitario.
L’organizzazione
La struttura si avvale di un Comitato tecnico scientifico, che prevede la presenza di esperti di diversi settori (tra cui Aldo Grasselli) medici ma anche statistici, economisti e biologi, oltre che giornalisti ed esperti di comunicazione. “Non basta avere piani nazionali contro l’antibioticoresistenza – ha spiegato Ricciardi – devono essere realizzati. Questo Osservatorio nasce per aiutare, a livello centrale e a livello regionale, a realizzare questi piani”.
Arruolati nel progetto, “ci sono anche comunicatori, come Franco Di Mare e Barbara Gallavotti, perché riteniamo che questo fenomeno debba essere ben comunicato, perché ancora oggi le persone non si rendono conto del livello d’allarme che rappresenta”.