Il cambiamento climatico influisce sul risveglio precoce di alcuni animali di cui faremmo volentieri a meno. Già, zecche, zanzare e vipere sono tornate a farsi vedere. Quest’anno i frequentatori del bosco hanno purtroppo constatato che a bassa quota le zecche non sono scomparse neppure in inverno. Qualche mese di respiro, invece, lo hanno dato le zanzare, che in qualche zona della Valbelluna sono già tornate a far capolino. E nei boschi si cominciano a vedere anche alcuni esemplari di vipera.
Le zecche
«I numeri delle malattie trasmesse da questi parassiti sono importanti nella nostra provincia», precisa il direttore del Dipartimento di Prevenzione, Sandro Cinquetti. «Se nel 2020, in epoca Covid, nel nostro ospedale sono stati curati nove casi di meningoencefalite da morso di zecca (Tbe), nel 2022 sono stati ben 24 i casi, otto di questi riguardavano pazienti da fuori provincia, in particolar modo dal Primiero». L’ospedale San Martino col reparto di Malattie infettive, è centro di riferimento regionale per le malattie da zecche. «Con l’attuale clima e visto l’incremento delle attività all’aria aperta, è logico pensare che quest’estate i casi di morsi da zecca saranno più numerosi», dice Cinquetti. «Per fortuna la maggior parte dei bellunesi è vaccinata contro la Tbe. Comunque sia, resta importante seguire delle semplici indicazioni relative all’abbigliamento da tenere in montagna, prediligendo pantaloni lunghi e chiari, utilizzare repellenti e controllarsi attentamente al rientro dalle escursioni. Fermo restando», conclude Cinquetti, «che il vaccino resta l’arma migliore»
Zanzare
Anche la fastidiosa zanzara, più innocua rispetto alla zecca ai piedi delle Dolomiti, ha fatto la sua comparsa in anticipo, “incoraggiata” dalle alte temperature dei giorni scorsi. «Il problema delle zanzare è ancora contenuto nella nostra provincia», sottolinea Cinquetti. In provincia sono le zanzare della specie Aedes a farla da padrone: stiamo parlando della Tigre, della Japonicus e della Koreicus, tre specie che si stanno insediando anche nelle zone più elevate del Bellunese. Parliamo di zanzare che agiscono di preferenza di giorno, mentre la zanzara comune o Culex colpisce di notte. «Non dimentichiamo», dice Cinquetti, «chela zanzara tigre può trasmettere malattie come la Chikungunya, la Dengue o la Zika».
Vipere e serpenti
Passeggiare in montagna in questo periodo può portare all’incontro ravvicinato con vipere o bisce. «La fine di marzo è il periodo in cui i maschi delle vipere si muovono di più per l’accoppiamento», precisa il direttore del Servizio Veterinario di Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dell’Ulss, Paolo Camerotto. «Si stabilizzano nelle vicinanze di rocce o stagni per poter bere. Il consiglio è di stare attenti a dove si mettono mani e piedi: meglio utilizzare un bastone per smuovere foglie o rami creando così delle vibrazioni, percepite dal serpente che scappa». Ci sono poi anche altre bisce che potrebbero mordere se “molestate” come il biacco (carbonaz in bellunese) o le coronelle austriache o bisce d’acqua: « I loro morsi, benchè non tossici, sono comunque dolorosi», dice Camerotto. Ma cosa fare se si viene morsi da una vipera? «È bene mantenere la calma per evitare di far circolare velocemente il veleno nel sangue», precisa il direttore del Pronto soccorso di Feltre e coordinatore del dipartimento funzionale Emergenza-Urgenza, Edoardo Rossi, «e poi chiamare il 118. È bene lavare la ferita con acqua senza sfregarla, tenendo fermo l’arto morso. Attenzione, non incidere la parte, succhiare il veleno o legare un laccio sull’arto colpito. Il siero antivipera va somministrato dall’ospedale». Si muore per morso di vipera? «In Europa i casi di mortalità sono uno ogni cinque anni», dice Camerotto
Il Corriere delle Alpi