Viene sancito il divieto di impiegare, nella preparazione di alimenti o bevande, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare o comunque distribuire per il consumo alimentare, cibi o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati. In caso di violazione delle norme, sono previste sanzioni amministrative pecuniarie da un minimo di euro 10.000 fino ad un massimo di euro 60.000 ovvero fino al 10% del fatturato totale annuo.
Dopo i paletti all’utilizzo di farina di insetti, dunque, ora arriva anche il no alla carne sintetica. Ma attenzione: i divieti contenuti all’articolo 2 del ddl non si applicheranno ai prodotti legalmente fabbricati o commercializzati in un altro Stato membro dell’Unione europea. Qualora insomma l’Efsa, l’autorità Ue per la sicurezza alimentare, dovesse approvarne l’uso negli Stati membri, per le regole comunitarie della libera circolazione dei beni e dei servizi l’Italia non potrebbe opporsi alla loro distribuzione.
Il disegno di legge prevede inoltre che i trasgressori verranno puniti anche con il divieto di accesso a contributi, finanziamenti e agevolazioni dello Stato italiano così come della Ue. Durante lo stesso periodo si disporrà la chiusura dello stabilimento di produzione
Al disegno di legge così come ipotizzato plaude naturalmente la Coldiretti, che nei mesi scorsi contro la carne di laboratorio aveva raccolto mezzo milione di firme, inclusa quella della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. «Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di pollo creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della Good Meat, il rischio è una diffusione anche nell’Unione europea – si legge in una nota della Coldiretti – dove già quest’anno potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio. Ringraziamo il Governo per aver accolto il nostro appello a fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale, delle campagne e dei pascoli e dell’intera filiera del cibo Made in Italy». Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, la fondazione che fa capo alla Coldiretti, definisce il ddl di Lollobrigida «un atto di responsabilità prima di tutto nei confronti del consumatore». Anche l’industria italiana del latte plaude all’iniziativa del governo: « Siamo al paradosso – commenta Paolo Zanetti, presidente di Assolatte – da un lato ci viene chiesto di investire per rendere le nostre produzioni ancor più attente all’ambiente, dall’altro investitori senza scrupoli, col pretesto della tutela dell’ambiente cercano di promuovere un prodotto che tutto è fuorché naturale, ed è quindi nemico dell’ambiente».
Critiche al disegno di legge sono invece arrivate da alcune associazioni animaliste: «La carne sintetica – scrive l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) – è un prodotto che offre una soluzione a diversi problemi correlati alla produzione della carne: una produzione che non lede il benessere animale, la sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare. Anche se la produzione di carne coltivata richiede l’utilizzo di cellule animali, può rappresentare un’alternativa cruelty free alla produzione di carne che può andare incontro a chi ancora non ha abbracciato la scelta vegetariana o vegana».