È in corso un’epidemia di influenza aviaria tra i volatili selvatici in tutta la pianura padana e il Veneto è una delle regioni più colpite. Il virus ha iniziato a «volare» a inizio ottobre prendendo piede nella zona della foce del Po, per poi espandersi. I dati sono stati pubblicati venerdì sul sito dell’Istituto profilattico delle Venezie.
Gli uccelli acquatici, migrati lungo le vie d’acqua, sono sbarcati anche sul lago di Garda, dove nelle ultime due settimane di febbraio è iniziata a circolare l’aviaria. Decine e decine di gabbiani morti sono stati avvistati sulle rive e nei porti dei paesi del lago, sia sulla sponda bresciana che in quella veronese. I ritrovamenti delle prime carcasse sono iniziati nella zona tra Desenzano e Lonato, per arrivare proprio in questi ultimi e giorni anche nell’area di Peschiera e Lazise.
Sul Garda il virus sta falciando soprattutto gabbiani, ma sono risultati positivi al virus anche il germano reale, i fenicotteri rosa, il cigno reale, l’airone cenerino, e un picchio rosso. Dal 10 al 21 febbraio, l’Istituto profilattico delle Venezie ha esaminato 22 gabbiani provenienti dalla zona di Peschiera, e sono risultati tutti positivi al virus Hpai (Non-P). Ma già una settimana fa il Dipartimento veterinario dell’Ats Brescia aveva diffuso una lettera ai sindaci dei Comuni lacustri bresciani, per avvisare che «in attesa degli esiti degli accertamenti di laboratorio sugli ultimi casi di mortalità di gabbiani, si ritiene opportuno informare della persistenza di casi di influenza aviaria in uccelli selvatici…». L’Azienda sanitaria ricorda di non toccare le carcasse se non si indossano guanti e mascherina.