I residui di farmaci veterinari e altre sostanze presenti negli animali e negli alimenti di origine animale continuano a diminuire nell’Unione europea e i livelli di conformità sono in aumento.
Lo dimostrano i dati pubblicati oggi dall’EFSA nella relazione annuale per il 2021 sui risultati del monitoraggio dei residui di medicinali veterinari e di altre sostanze (come contaminanti ambientali) negli animali vivi e nei prodotti di origine animale.
La relazione riassume i dati raccolti nel 2021 nell’Unione Europea, Islanda, Norvegia e Regno Unito (Irlanda del Nord), relativi a un totale di 621.205 campioni testati, numero leggermente in aumento rispetto al 2020. Di questi, 351.637 erano campioni mirati (ovvero quelli prelevati per rilevare usi illeciti o verificare il mancato rispetto dei livelli massimi consentiti), 4.562 erano campioni sospetti segnalati ai sensi della direttiva 96/23/CE del Consiglio, 2.803 erano campioni raccolti all’importazione e 262.203 campioni raccolti nell’ambito di programmi sviluppati ai sensi della legislazione nazionale.
In generale, nel 2021 la percentuale di campioni non conformi è stata dello 0,17%, che è il dato più basso registrato negli ultimi 12 anni durante i quali la non conformità variava dallo 0,19% allo 0,37%. Il dato per il 2020 è stato dello 0,19%.
Anche il livello complessivo di non conformità nei campioni mirati è sceso allo 0,24% (837 campioni mirati), rispetto allo 0,27%-0,35% dei quattro anni precedenti.
Il rapporto copre vari gruppi di sostanze tra cui ormoni, antibatterici, contaminanti ambientali, sostanze proibite e altri farmaci veterinari.
Rispetto al 2017, 2018, 2019 e 2020, nel 2021 la frequenza dei risultati non conformi si è ridotta per gli agenti antitiroidei, mentre per gli steroidi e i lattoni dell’acido resorcilico è stata superiore rispetto al 2020, ma inferiore rispetto agli anni precedenti.
Per le sostanze vietate, rispetto al 2020 la frequenza di non conformità nel 2021 è risultata più alta, seppure in linea con quella del 2017 e del 2018. Diminuzioni rispetto a tutti gli anni precedenti si registrano per “altre sostanze”, contaminanti ambientali, elementi chimici (compresi i metalli) e coloranti.
Il dettaglio per gruppi di sostanze
Non sono stati segnalati campioni non conformi per il sottogruppo A1 relativo a stilbeni e derivati. Per gli agenti antitiroidei (A2), vi era lo 0,31% di campioni non conformi, tutti registrati per tiouracile. Nel gruppo degli steroidi (A3), vi era lo 0,16% di campioni non conformi che sono stati trovati in bovini (0,12%), suini (0,18%), pollame (0,11%), carne di coniglio (1,89%) e ovini e capre (1,46%). Nel gruppo dei lattoni dell’acido resorcilico (A4), lo 0,05% dei campioni era non conforme; i campioni non conformi sono stati riscontrati nei bovini (0,06%) e nei suini (0,07%). Per i beta-agonisti (A5), sono stati segnalati due campioni non conformi, uno per il clenbuterolo e uno per il sulbatamolo trovati nei bovini.
Le sostanze proibite (A6) sono state trovate nello 0,03% dei campioni. Le sostanze identificate erano cloramfenicolo (n=11), semicarbazide (n=6), metronidazolo (n= 4), AMOZ (5-metilmorfolino-3-amino-2-ossazolidone) (n = 3), furaltadone (n = 1), dimetridazolo (n = 1) e AOZ (3-amino-2-ossazolidone) (n = 1).
Per il Gruppo B1 (antibatterici), lo 0,14% dei campioni analizzati sotto il monitoraggio della Direttiva 96/23/CE è risultato non conforme. La più alta frequenza di campioni non conformi per i residui di antibatterici è stata riscontrata nel miele (0,96%), e la sulfametazina è stata la più frequentemente segnalata (tre risultati di non conformità).
Nel Gruppo B2 (residui di ‘altri farmaci veterinari’), lo 0,13% dei campioni analizzati era non conforme, la percentuale più alta di campioni non conformi è stata riscontrata per i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) (sottogruppo B2e) (0,25%). Per i FANS, i campioni non conformi sono stati segnalati nelle diverse specie come segue: bovini (0,42%), cavalli (0,75%), latte (0,47%), suini (0,01%) e pollame (0,18%).
Casi di non conformità per gli antielmintici (B2a) sono stati segnalati nei bovini (0,06%), nella selvaggina d’allevamento (0,40%), nel latte (0,04%), nei suini (0,05%) e negli ovini e caprini (0,23%).
Per gli anticoccidici (B2b), lo 0,11% dei campioni analizzati risultava non conforme e veniva riportato tra le diverse specie come segue: uova (0,42%), suini (0,06%), pollame (0,07%), carne di coniglio (0,87%) e pecore e capre (0,15%). Dal 2009 è stata osservata un’importante diminuzione della frequenza dei campioni non conformi per gli anticoccidici (B2b) nel pollame. Non sono stati segnalati campioni non conformi per piretroidi (B2c) o sedativi (B2d). Sono stati segnalati campioni non conformi per “altre sostanze farmacologicamente attive” (B2f), nei bovini (0,16%), nel miele (0,37%), nei suini (0,03%) e negli ovini e caprini (0,12%).
Nel gruppo B3 (“altre sostanze e contaminanti ambientali”), gli “elementi chimici” (B3c) hanno avuto la più alta percentuale complessiva di campioni non conformi (2,59%) tra tutti i sottogruppi di residui testati (considerando sia il gruppo A che il gruppo B). I più frequentemente identificati sono stati cadmio, rame, piombo e mercurio totale. Sono stati segnalati campioni non conformi per composti organoclorurati (B3a) e composti organofosforici (B3b); 0,13% e 0,02%, rispettivamente. Per le micotossine (B3d), sono stati segnalati campioni non conformi per bovini (0,30%), latte (0,36%) e suini (0,16%), che sono stati identificati come zearalenone e aflatossina M1. Per i coloranti (B3e), sono stati segnalati campioni non conformi per l’acquacoltura (0,40%). Le sostanze trovate erano “somma di cristalvioletto e viola leucocristal” e “somma di verde malachite e verde leucomalachite”.
Per “altre sostanze” (B3f), sono stati segnalati campioni non conformi per bovini (1,31%), uova (0,07%), selvaggina (12,70%), miele (1,50%) e ovini e caprini (1,10%). Le sostanze identificate erano “composti del rame”, acetamiprid, cloruro di didecildimetilammonio e fipronil; tutti e quattro i residui sono considerati prodotti fitosanitari e/o biocidi.
Puoi esplorare i risultati in modo più approfondito utilizzando il nuovo strumento interattivo di visualizzazione dei dati.
Il set di dati completo, che comprende circa 13 milioni di risultati analitici, è disponibile su Knowledge Junction dell’EFSA, un archivio aperto che ha lo scopo di migliorare la trasparenza, la riproducibilità e la riutilizzabilità delle prove nelle valutazioni dei rischi per la sicurezza di alimenti e mangimi.
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