Il Ministero della Salute in una nota sottolinea una serie di criticità in merito al funzionamento dei controlli per l’Influenza aviaria nei Cras
L’attività di sorveglianza negli uccelli selvatici per la ricerca dell’Influenza aviaria risulta strumento di fondamentale importanza per segnalare in maniera rapida (early warning) l’eventuale circolazione di virus influenzali in un determinato territorio e alzare quindi il livello di prevenzione negli allevamenti avicoli visti i rischi di trasmissione di tale malattia dai volatili selvatici ai domestici.
A tale fine è stata prevista una sorveglianza anche nei CRAS dove vengono ricoverati uccelli selvatici feriti o malati che costituiscono un importante fonte di informazione sui virus influenzali aviari vista l’elevata probabilità di individuare la malattia in tali soggetti.
In relazione a questo aspetto l’articolo 4 punto iv) del dispositivo n. protocollo 29093 del 01/12/2023 fornisce dettagliate indicazioni sulle misure e sui controlli da effettuarsi nei volatili appartenenti alle specie target per l’Influenza aviaria una volta ricoverati nei CRAS.
Nello specifico i volatili devono esser sottoposti a campioni tracheali o cloacali e devono rimanere confinati in attesa dell’esito in una struttura del centro senza venire in contatto con altri animali.
In relazione agli aspetti sopra evidenziati la Direzione ha ricevuto per le vie brevi una nota da parte della LIPU che evidenzia una serie di criticità in merito al funzionamento dei controlli per l’Influenza aviaria.
In particolare si evidenzia il ritardo con cui vengono trasmessi gli esiti di laboratorio e le conseguenti gravi criticità dovute al permanere degli animali in isolamento con conseguente rinvio dell’esecuzione delle cure necessarie. A detta della LIPU tali ritardi sono da ascriversi alla bassa frequenza con cui i veterinari ASL ritirano i campioni presso le strutture o in alcuni casi all’esclusivo affidamento ai soli gestori di tali strutture della consegna dei campioni agli IZS.
Risulta necessario che le ASL territorialmente competenti individuino con i CRAS le criticità alla base di tali ritardi e operino per risolverle affinché si assicuri una comunicazione degli esiti entro un arco temporale massimo di 48-72 ore dall’esecuzione del tampone non solo per rendere effettivamente efficace il sistema di early warning ma per assicuare al contempo il benessere degli animali ricoverati.