Dopo le bocciature in manovra la maggioranza torna a proporre l’istituzione per gli anni 2023 e 2024 di un fondo per l’implementazione del Piano Oncologico nazionale 2022-2027 con una dotazione pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni; e la possibilità, fino al 31 dicembre 2026, di trattenere in servizio il personale medico del Ssn e i docenti universitari in medicina e chirurgia fino al settantaduesimo anno di età. Si propone anche di estendere la proroga dei contratti a tutto il personale Ssn assunto durante l’emergenza Covid per tutto il 2023
Depositati gli emendamenti al decreto milleproroghe attualmente all’esame del Senato. Numerose le proposte di modifica all’articolo 4 in materia di salute. Tra queste, però, ne spiccano almeno due che la maggioranza aveva già provato a far passare lo scorso dicembre: il finanziamento del Piano oncologico nazionale e la possibilità di mantenere in servizio i medici fino ai 72 anni.
Quanto alla prima proposta, era stato lo stesso ministro della Salute Orazio Schillaci ad impegnarsi in prima persona per farla inserire all’interno della legge di Bilancio. Fallito l’obiettivo ora si tenta di farla approvare all’interno del milleproroghe. L’emendamento 4.102 presentato a prima firma dal presidente della Commissione Sanità e Affari sociali del Senato, Francesco Zaffini (FdI), propone di istituire per gli anni 2023 e 2024, nello stato di previsione del Ministero della salute un fondo denominato “Fondo per l’implementazione del Piano Oncologico nazionale 2022-2027 – PON”, con una dotazione pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni, destinato al potenziamento delle strategie e delle azioni per la prevenzione, la diagnosi, la cura e l’assistenza al malato oncologico, definite dal Piano Oncologico nazionale 2022-2027.
Con decreto del Ministro della salute, da adottare entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge, dovranno poi essere individuati i criteri e le modalità di riparto alle Regioni di questo Fondo da destinare, in base alle specifiche esigenze regionali, al raggiungimento della piena operatività delle reti oncologiche regionali, al potenziamento dell’assistenza domiciliare e integrata con l’ospedale e i servizi territoriali, nonché ad attività di formazione degli operatori sanitari e di monitoraggio delle azioni poste in essere. Quanto alla copertura economica, si propone di provvedere mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2023-2025, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2023, allo scopo utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero della salute.
Sul mantenimento in servizio dei medici fino al compimento del settantaduesimo anno di età, la proposta era stata ritenuta inammissibile durante l’esame della manovra in commissione Bilancio. Ora diversi emendamenti di maggioranza tornano a chiedere che, al fine di far fronte alle esigenze del Servizio sanitario nazionale e di garantire i livelli essenziali di assistenza, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, fino al 31 dicembre 2026, possano trattenere in servizio il personale medico del Servizio sanitario nazionale, dipendente o convenzionato e i docenti universitari in medicina e chirurgia, in deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti per il collocamento in quiescenza, fino al compimento del settantaduesimo anno di età.
Da segnalare anche l’emendamento 4.109 a prima firma Guido Liris (FdI) che estende a tutto il 2023 la proroga dei contratti del personale delle professioni sanitarie, inclusi gli specializzandi iscritti all’ultimo e al penultimo anno di corso delle scuole di specializzazione, reclutati durante l’emergenza Covid.
Giovanni Rodriquez – Quotidiano sanità