Il Brasile ha avviato una significativa operazione contro gli allevamenti illegali di bestiame nel Paese, responsabili della deforestazione dell’Amazzonia e dell’invasione di territori indigeni. Come si apprende dal quotidiano britannico The Guardian, l’operazione si chiama Eraha Tapiro (‘Rimozione del bue’ nella lingua degli indigeni assurini) e coinvolge una coalizione di agenzie federali, tra cui l’Ibama (Istituto brasiliano delle risorse naturali rinnovabili e ambientali), la polizia federale, l’Agenzia per gli affari indigeni e l’Istituto Chico Mendes per la conservazione della biodiversità. Voluta dall’attuale presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva, rientra negli obiettivi del governo brasiliano di frenare la criminalità ambientale, fermare l’espansione della frontiera agricola e puntare a ‘zero deforestazione’ entro il 2030. Da anni, infatti, le bande criminali dei ‘grileiros’ (accaparratori illegali di terre) stanno invadendo le aree indigene bruciando la foresta e riempiendola di allevamenti bovini, con fattorie illegali a scopo di lucro.
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