La Commissione europea, all’inizio di agosto, ha pubblicato un rapporto sui controlli e la sorveglianza della produzione di molluschi bivalvi destinati al consumo umano, come cozze, vongole e ostriche. L’indagine è stata svolta su 15 Stati membri produttori di molluschi bivalvi, tra cui l’Italia (che, con Francia, Spagna e Grecia, produce più dell’80% del totale) attraverso quattro audit e l’elaborazione di un questionario di 11 domande, integrando le informazioni ricavate con gli altri dati ufficiali disponibili. Al termine degli accertamenti la Commissione conclude: “Sebbene le autorità competenti di tutti gli Stati membri produttori abbiano sviluppato sistemi di controllo ufficiali per i molluschi bivalvi, questi sistemi non sempre soddisfano gli obiettivi della legislazione comunitaria”.
I molluschi trattengono le sostanze inquinanti
I molluschi bivalvi, filtrando l’acqua circostante, si nutrono le alghe microscopiche e possono accumulare microrganismi e contaminanti chimici. In determinate circostanze, alcune specie di alghe producono biotossine marine, che si accumulano nei tessuti dei molluschi bivalvi e, al di sopra di certi livelli, possono provocare malattie nell’uomo. Per ridurre o mitigare il rischio che i molluschi bivalvi possono comportare per i consumatori, sono in vigore controlli nelle aree di produzione in cui vengono allevati e raccolti i molluschi bivalvi con un monitoraggio regolare e controlli rigorosi. Tutti i paesi devono, in particolare classificare le zone di produzione in tre categorie (A, B o C) in base al loro grado di contaminazione fecale (batteri E. Coli).
La differenza tra le zone di produzione A, B, e C
Nella zona A i molluschi possono essere raccolti e commercializzati direttamente, mentre nelle zone B o C devono passare attraverso fasi di depurazione più o meno lunghe per ridurne la contaminazione. In Europa la maggior parte dei molluschi venduti fa parte di questa categoria.
Divario rilevante tra singoli Paesi
Secondo il rapporto, “alcuni Stati membri hanno compiuto sforzi considerevoli e hanno condotto indagini complete e ben strutturate. Tuttavia, la situazione in altri Stati membri è meno positiva, con (nella migliore delle ipotesi) indagini di scarsa qualità o (nella peggiore delle ipotesi) nessuna indagine”.
La presenza di biotossine
Per quanto riguarda le biotossine, prodotte dalle microalghe che possono accumularsi nei molluschi, i controlli si sono si rivelate spesso non conformi ai requisiti Ue, così come per il dosaggio del plancton tossigeno (microalghe). Anche se il dato varia notevolmente da uno Stato membro all’altro, secondo il rapporto.
Metalli pesanti, diossine, Ipa
Per quanto riguarda il monitoraggio dei contaminanti non biologici in tutti gli ambiti produttivi, mentre i metalli pesanti sono soggetti a controlli “nella maggior parte dei casi”, altri contaminanti chimici essenziali sfuggono loro, come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), le diossine e i policlorobifenili (PCB).
I controlli potrebbero non essere sufficienti a tutelare la salute dei consumatori
L’indagine ha rilevato anche “classificazioni inadeguate delle zone di produzione” e misurazioni effettuate solo durante i periodi di raccolta, anche se la normativa imporrebbe i controlli a intervalli regolari. Questo, secondo la Commissione, comporterebbe che “Alcuni rischi non vengono identificati in modo tempestivo o contribuiscono a ritardare la risposta delle autorità competenti a tali rischi, il che indebolisce l’efficacia della supervisione”. E dunque, eseguiti non correttamente, i controlli “potrebbero non essere sufficienti a tutelare la salute dei consumatori”.
In programma ulteriori audit. Confronto costante tra Commissione e Stati membri
Oltre a dare seguito alle azioni proposte dalle autorità competenti per affrontare le raccomandazioni formulate durante gli audit svolti in quattro Stati membri, la Commissione Ue intende effettuare ulteriori audit su altri Stati membri dell’Unione produttori di molluschi bivalvi. Inoltre, sono in corso riunioni periodiche dedicate, ove necessario, alla revisione della normativa sui molluschi bivalvi, al fine di adeguarla e di adeguare le regole alle esigenze degli Stati membri in un settore in rapida evoluzione.
Nota. Il limite del report della Commissione è quello di non riportare i dati distinti per singoli Paesi, non permettendo quindi una lettura più approfondita dei singoli sistemi di controllo e dei risultati ottenuti, nè il confronto tra essi.
Overview report DG (SANTE) Official controls on the production and harvesting of live bivalve molluscs for human consumption in the European Union
30 agosto 2023