In Cile è stato (in parte) confermato. In Argentina anche. In Siberia non ancora. Ma atteniamoci ai fatti: in tutto il mondo si stanno verificando una serie di morti di massa ingiustificate di foche, leoni marini e altri mammiferi marini.
L’ultimo grande ritrovamento è stato sull’isola di Tyuleniy, nel mare di Okhotsk, conosciuta anche come l’isola delle foche, essendo scelta come terreno di riproduzione dai branchi di Callorhinus ursinus. Le foto scattate dagli ambientalisti del gruppo di soccorso per la fauna selvatica Friends of the Ocean e dall’organizzazione di educazione ambientale Club Boomerang, presenti sull’isola per ripulirla dalla plastica, mostrano carcasse sparse lungo tutta la costa. La maggior parte degli animali morti erano foche, ma sono stati trovati anche uccelli morti. Il che ha fatto subito pensare che la colpa potrebbe essere dell’aviaria, e del nuovo ceppo ad alta patogenicità che sta circolando in Europa e in molte altre parti del mondo insieme agli uccelli migratori, con migliaia di focolai in allevamenti e fra gli animali selvatici.
Come riporta Sernapesca, il Servizio nazionale per la pesca e l’acquacoltura del Cile, solo nel mese di luglio sono stati uccisi dal virus 3700 animali marini. Secondo i dati ufficiali, sono 18.882 gli esemplari uccisi da febbraio al 28 luglio, di cui 16.310 leoni marini, 2.493 pinguini di Humboldt, 34 lontre, 27 focene, 17 delfini cileni e una lontra australe. Ma con oltre 6000 chilometri di coste è impossibile monitorare tutte le carcasse che vengono portate a riva. E non sorprende che nell’ultimo periodo dei casi si stiano verificando anche in Argentina, in quella che A flu diary definisce “un’altra sfortunata pietra miliare nel viaggio dell’influenza aviaria intorno a Capo Horn”.
Il governo argentino ha confermato almeno un caso di H5N1 fra i 21 leoni marini trovati morti nel Rio Grande. Non si sa ancora come sia avvenuta la trasmissione, ma è chiaro che stiamo assistendo alla punta di quello che è sicuramente un disastro ecologico, con conseguenze potenzialmente di vasta portata.
Al momento le autorità hanno messo in quarantena diverse regioni costiere siberiane intorno all’isola di Tyuleniy. Gli specialisti del Servizio di gestione delle risorse naturali di vigilanza federale si sono recati in visita di emergenza sull’isola per raccogliere campioni biologici ma per i risultati bisognerà attendere almeno un mese, hanno dichiarato. La paura più grande è che il ceppo modificato abbia la forza di contagiare molti altri mammiferi, incluso l’uomo.