Nel settore agro-zootecnico, sono molti i possibili rischi biologici per chi, a vario titolo, in questi ambienti svolge la propria professione. Diversi fattori infatti possono favorire lo sviluppo e la diffusione di agenti biologici: il tipo di attività, il processo o la fase lavorativa, le materie prime utilizzate, il cattivo funzionamento e la manutenzione degli impianti di ventilazione, il microclima, le scarse condizioni igienico-ambientali, il contatto diretto o indiretto con fluidi biologici animali, la presenza ed il numero di occupanti. Gli operatori possono essere esposti ad agenti biologici sotto forma di bioaerosol, tessuti e fluidi biologici infetti, lesioni degli animali, deiezioni-liquami, strumenti e superfici contaminate, acqua contaminata, artropodi, insetti, rifiuti e anche materiali di natura inorganica e organica (terra, argilla, derivati da piante, polveri organiche, foraggi e mangimi).
Su queste tematiche una panoramica approfondita, e di agevole consultazione, l’ha fornita l’Inail con il documento Rischio biologico nelle attività Agro-Zootecniche, una pubblicazione che ha l’obiettivo di informare sulle misure di prevenzione e protezione correlate al rischio biologico e alla sua valutazione per la tutela della salute degli operatori del settore agro-zootecnico. Il testo presenta una sezione generale riguardante la normativa vigente in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e una sezione tecnica con schede monotematiche in cui sono descritte le caratteristiche degli agenti biologici più frequentemente riscontrabili.
Il documento in premessa sottolinea che “oltre alla difficoltà oggettiva nell’individuazione delle precise modalità di contagio da agenti biologici, nella misurazione ambientale dei microrganismi e nella stima di contaminazione microbica relativa a differenti ambiti lavorativi, si osserva spesso la mancanza di un’adeguata opera di prevenzione dai rischi lavorativi, per una serie di motivazioni”. Intanto molte aziende agro-zootecniche “sono a gestione familiare” e questo comporta “la difficoltà di accesso alle risorse, al supporto di figure professionali della prevenzione, ai percorsi di informazione e formazione sui rischi lavorativi e alla realizzazione dei programmi di immunoprofilassi”.
Inoltre – continua – i dati relativi alle malattie professionali denunciate non sono sovente indicativi riguardo il rischio biologico. Ad esempio, il lungo periodo che può intercorrere tra l’esposizione all’agente biologico e la manifestazione della malattia può interferire, non solo sull’individuazione delle modalità di esposizione ma, in caso di lavoratori per conto terzi, sulla identificazione dell’azienda o del comparto produttivo nei quali si è verificata l’esposizione. Anche la verifica in modo certo del nesso causale tra l’esposizione e la malattia è spesso difficile da provare.
LE ATTIVITÀ AGRO-ZOOTECNICHE: I RISCHI BIOLOGICI NEGLI ALLEVAMENTI
Nel settore zootecnico il rischio biologico per gli operatori è causato principalmente dalle zoonosi, malattie infettive che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo durante le diverse attività che richiedono il contatto diretto con il bestiame. E dunque le maggiori fonti di pericolo biologico sono rappresentate dagli animali e dalle loro deiezioni, fluidi e materiali biologici, polveri organiche, aerosol contaminato, fieno e mangimi, superfici, indumenti e attrezzature contaminate.
A tale proposito il documento Inail elenca le attività e le fasi lavorative maggiormente critiche:
- la preparazione e distribuzione dei mangimi o fieno;
- la mungitura e la tosatura;
- l’ispezione, l’assistenza e gli interventi sugli animali;
- il carico, lo scarico e la movimentazione del bestiame (contatto cutaneo con l’animale, schizzi di urine e feci);
- la raccolta dei prodotti di derivazione animale (uova, latte, lana, ecc.);
- la pulizia e disinfezione dei locali e delle lettiere (schizzi di urine e feci, bioaerosol);
- la gestione dei liquami (urine, feci, bioaerosol)”.
Inoltre poiché le attività zootecniche vengono svolte anche in ambienti outdoor, i lavoratori sono potenzialmente esposti a punture di zanzare e zecche (zoonosi vettore trasmesse) e morsi di roditori.
Nel documento un allegato che, più in generale, si sofferma sui requisiti dei luoghi di lavoro in azienda agricola, con riferimento anche al contenuto dell’allegato IV del D.Lgs. 81/2008.
Rischio biologico nelle attività Agro-Zootecniche – Edizioni: Inail – 2022
22 agosto 2023