Ancora qualche sforzo e le parti potranno trovare una soluzione agli ultimi punti critici con la più ampia sottoscrizione. Perché siamo intenzionati a firmare l’ipotesi di accordo CCNL 2019-2021 e perché, comunque, vogliamo altro – immediatamente dopo – dal Governo.
I contratti di lavoro tendenzialmente non soddisfano mai pienamente tutte le aspettative, ma è meglio rinnovarli.
Il contratto della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria non è diverso dagli altri contratti della pubblica amministrazione ma è diverso il contesto su cui opera e la condizione di disagio che imperversa nel Servizio sanitario nazionale che, lo ricordiamo, è sempre attivo 365 giorni l’anno senza mai chiudere i battenti.
Il tema dei carichi di lavoro e dell’orario, quindi, devono migliorare le condizioni operative di chi produce salute.
L’ipotesi di accordo riguarda il contratto che doveva regolare il lavoro del triennio 2019/2021 e entrerà in vigore alla fine del 2023, non proprio una politica proattiva dell’efficienza, che evidentemente il nostro paese proclama ma non attua.
Un settore come quello della salute, dopo il Covid, può aspettare tanto?
Nel periodo 2019/2021 abbiamo sopportato la pandemia, una crisi profonda data dai prevedibili pensionamenti, fughe nel privato e mancate assunzioni per inaccettabili logiche di bilancio, la guerra in Ucraina che ha sconvolto gli assetti internazionali e l’economia e l’inflazione vicina al 10% annuo.
Non ci si può quindi illudere che un contratto di lavoro, anche per come ancora verrà inteso a livello aziendale, e una contrattazione che rispetti i limiti economici, i riti e i lacci della tradizione nazionale possano cambiare le sorti drammatiche del Servizio sanitario nazionale o anche semplicemente alleviare le condizioni di lavoro dei sanitari.
Un contratto ha i suoi poteri e i suoi margini economici, ma nel perimetro di questi limiti si svolge l’opera negoziale dei sindacati per la combinazione dei fattori disponibili per produrre il miglior contratto possibile con le date condizioni.
E con le condizioni date questa ipotesi ha prodotto il miglior risultato possibile e per questo siamo
disponibili a firmarla una volta superate le ultime difficoltà.
Non è un contratto povero, tuttavia nelle condizioni odierne del SSN non possiamo ritenere che i dirigenti siano soddisfatti. Non possiamo pensare che con quello che porterà, e non è poca cosa, sia ricostituito un clima di lavoro favorevole negli ospedali e nei servizi dopo anni di logoramento.
Tutti sanno, ormai anche per esperienza diretta, che il Ssn ha bisogno di personale in numero sufficiente, motivato e soddisfatto del riconoscimento anche economico che il paese gli riserva, e questo oggi non è!
Quindi questo contratto, figlio di una stagione conclusa, chiude una pagina della storia della sanità pubblica e ne apre immediatamente un’altra.
Noi potremo sottoscrivere l’ipotesi di accordo sul contratto ma contemporaneamente sottoscriviamo la messa in mora del Governo e delle Regioni che oggi reggono le sorti del Ssn chiedendo: cosa pensate di fare? Volete tirare avanti come sino qui avete fatto?
Come pensate di dar seguito alle promesse fatte agli “eroi”?
Cosa siete disposti a mettere immediatamente per legge sopra questo contratto a compensazione di ciò che economicamente gli è mancato?
Ci vogliono risorse fresche che aumentino la massa salariale, non defiscalizzazioni temporanee e ininfluenti sugli stipendi futuri.
Oggi il Ssn e il suo personale sono una macchina che imbarca 60 milioni di cittadini, una macchina con una gomma squarciata.
L’ipotesi di Ccnl che siamo disposti a firmare può essere il ruotino che ci consente di non fermarci.
È indispensabile metterlo su.
Ma non pensiate che ci possa portare lontano!
Aldo Grasselli
Presidente FVM