Repubblica. È un piccolo ritorno al passato: i capigruppo della Camera avranno un aumento dell’indennità, saranno 1.269,34 euro netti al mese. La stessa che hanno i presidenti delle commissioni parlamentari. Con i 5 Stelle che — sorpresa, perlomeno vista la propria storia, ma una spiegazione c’è — votano a favore in Ufficio presidenza della Camera assieme al centrodestra.
La prima premessa da fare è che l’aumento è a saldo zero, nel sensoche quei soldi verranno tolti dal monte previsto per ogni gruppo parlamentare per le spese di funzionamento. «Con questa delibera viene riconosciuta l’importanza del ruolo e delle attività dei presidenti dei gruppi parlamentari», dice il questore della Camera dei deputati Paolo Trancassini (FdI). La seconda è che nell’organo composto da 20 deputati non ci sono stati voti contrari, ma solo astensioni, da parte di Pd, Alleanza verdi sinistra e Italia viva. Intanto la capogruppo dem Chiara Braga, quello del M5S Francesco Silvestri e Tommaso Foti (Fdi) fanno sapere che non si avvarranno di questa indennità. Il sì al provvedimento da parte del Movimento è motivato dal fatto che nella prima bozza della delibera il ripristino dell’indennità era a carico della Camera, quindi avrebbe comportato un aumento delle spese a carico della collettività. Da lì la richiesta dei 5 Stelle di togliere invece la somma da quella per i gruppi, accolta dal centrodestra. «In linea con la mia storia personale e quella del M5S, non mi avvarrò di questo aumento e farò in modo che le risorse, proprio come prima che questa delibera divenisse effettiva, vengano utilizzate per lo svolgimento delle nostre battaglie politiche», spiega Silvestri. Il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni (Avs) ha un approccio laico al tema: «La cosa importante è che il provvedimento sia a costo zero. Poi è oggettivo che l’impegno e la mole di lavoro di un capogruppo sia maggiore rispetto a quella di un deputato senza quella responsabilità ». Il ritocco in realtà è calmeriato, l’aumento previsto dalla bozza in stand-by del 2012 era anche più alto. Comunque, ad oggi quanto guadagna un normale deputato? La retribuzione, o meglio l’indennità, è di 5 mila euro netti al mese per 12 mensilità. Poi va aggiunta la diaria, 3.500 euro al mese; il “rimborso delle spese per l’esercizio del mandato”, 3.690 euro al mese;il rimborso per le spese di viaggio tra il luogo di residenza e l’aeroporto, fra i 3 e i 4 mila euro ogni tre mesi a seconda della distanza dallo scalo. Poi ci sono i fondi destinati al funzionamento dei gruppi: sono poco meno di 31 milioni di euro l’anno, che vengono suddivisi in base al numero di eletti. Una cifra rimasta invariata nonostante il taglio dei parlamentari. Sono soldi che devono essere utilizzati esclusivamente per “scopi istituzionali riferiti all’attività parlamentare e alle funzioni di studio, editoria e comunicazione ad essa ricollegabili, nonché alle spese per il funzionamento degli organi e delle strutture dei gruppi”. Dopo la riduzione delle vituperate “poltrone” della scorsa legislatura, tra Camera e Senato il co sto totale per le indennità è diminuito di 60 milioni di euro l’anno, oltre 300 milioni di euro a legislatura. Ma tra aumento delle spese per bollette, materie prime e pensioni quei risparmi sono stati annullati.