di Sergio Harari. In questo primo scampolo di estate sembra cogliersi una certa distrazione della politica dai problemi concreti del Paese o, meglio, una non volontà ad affrontarli. Mentre il governo attacca la magistratura riaprendo ferite che si sperava fossero ormai cicatrizzate e gioca con Bruxelles tatticismi che rischiano di rivelarsi, come ha scritto su queste pagine Ferruccio de Bortoli, pericolosi boomerang, apre anche un inutile quanto fazioso nuovo fronte di polemiche costituendo una commissione parlamentare d’inchiesta sulla pandemia, circoscrivendone però attentamente il perimetro e tenendo ben fuori dalle valutazioni le possibili responsabilità delle Regioni (in gran parte governate dal centro-destra). Senza entrare nel merito di questa iniziativa sulla quale già molte voci autorevoli si sono levate, ci si chiede se sia veramente di tutto questo che ha bisogno il Paese.
Il Servizio sanitario nazionale è in grandissima difficoltà e necessita di una strategia ben precisa per essere salvato, ne va non solo della salute di tutti ma anche della stabilità dello Stato che si basa su valori di uguaglianza dei cittadini nei loro diritti e dignità sociale, come scritto a chiare lettere nella nostra Costituzione. Se l’universalismo delle cure che sinora è stato ben garantito dal Servizio sanitario nazionale verrà meno (e in parte questo sta già avvenendo), allora perfino l’equilibrio sociale potrà cedere e le ricadute potrebbero essere esplosive, così come accade nelle banlieue della vicina Francia. Ci vogliono idee, coraggio e competenze per pensare al futuro, cose che non si improvvisano, ma ci vogliono anche i soldi. È bene parlarne apertamente, il nostro è un sistema ampiamente sottofinanziato, e nei prossimi anni, mentre i bisogni di salute e i costi dell’assistenza saranno sempre maggiori, sarà ancora peggio. Cosa vuole fare il governo per affrontare questi temi? Non saranno certo i pochi provvedimenti «tampone» sinora messi in cantiere dal Ministro competente a poter salvare il Servizio sanitario nazionale, d’altra parte senza un’azione coordinata, forte e decisa e senza denaro non si va da nessuna parte.
Si discuta allora su come aumentare i finanziamenti al Servizio sanitario nazionale e quale strategia attuare per salvarlo da una deriva che sembra ineluttabile nell’indifferenza quasi generale.
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