La trattativa tra Aran e sindacati per il rinnovo del contratto (2019-2021) della Dirigenza medica e sanitaria del Ssn si avvia alla conclusione nella speranza di chiudere la preintesa entro luglio. Molte le novità che bollono in pentola anche se la partita da cui tutto dipende riguarda il tema caldo dell’orario di lavoro. Ecco a che punto siamo
Si avvia al rush finale la trattativa tra Aran e sindacati per il rinnovo del contratto (2019-2021) della Dirigenza medica e sanitaria del Ssn con l’Agenzia che ha tutta l’intenzione di arrivare alla firma della preintesa entro luglio e infatti ha già fissato da qui a fine mese quattro incontri finalizzati a sigillare l’accordo. Il rinnovo riguarda circa 130 mila professionisti che in media porteranno a casa un aumento medio lordo di 200 euro al mese cui vanno sommati i circa 8-9 mila euro di arretrati.
Le novità non riguardano però solo le risorse. Tra le nuove misure che dovrebbero essere inserite nel contratto vi è quella sulle relazioni sindacali. Il confronto lo potranno chiedere anche i sindacati a prescindere se l’azienda lo avvia. E i temi di confronto, tra l’altro riguarderanno temi decisivi per l’organizzazione del lavoro come straordinari, guardie e pronta disponibilità.
Altra novità riguarda l’assegnazione degli incarichi che sarà resa più esigibile. L’incarico dovrà essere assegnato ai dirigenti subito dopo il periodo prova e subito dopo la valutazione positiva. Verrà poi regolamentato il lavoro fuori sede per cui verrà riconosciuto un rimborso quando si andrà a lavorare fuori dalla propria sede di origine.
Su questi punti la quadra è molto vicina ma il vero nodo su cui pende il buon esito della trattativa riguarda l’orario di lavoro. I sindacati da tempo denunciano come a causa della carenza di personale la flessibilità oraria viene utilizzata dalle aziende sostanzialmente per coprire i servizi scoperti. In sintesi, più o meno ogni medico ‘regala’ circa 300 ore l’anno di lavoro extra per tappare i buchi.
Il problema è che per dare un segnale (rendere esigibili i recuperi e pagare per esempio le guardie come prestazioni aggiuntive) servono risorse. Sul punto è in atto un confronto con Governo e Regioni ma ad oggi una sintesi ancora non si è trovata.
Al buon esito di questo punto della trattativa è chiaramente legata la firma della preintesa e a stretto giro anche l’effettivo saldo in busta paga di aumenti e arretrati. Infatti dalla firma della preintesa decorrono circa 3 mesi (dove il testo di Aran e sindacati passa al vaglio dei Ministeri e degli organi di controllo) per la firma definitiva e lo sblocco dei fondi.
La prossima riunione si terrà il 17 luglio.
di L.F. – Quotidiano sanità
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