È stata la legge di Bilancio 2023 (articolo 1, commi 434 e 435) a istituire un Fondo da 1,5 milioni di euro quest’anno, due milioni a decorrere dal 2024, in aggiunta alle risorse già previste per il programma di “Contrasto alla deprivazione materiale” (830 milioni) del Piano nazionale “Inclusione e lotta alla povertà” 2021-2027, che ha un budget complessivo di oltre 4 miliardi di euro. La manovra aveva rinviato ad un decreto da emanare entro 60 giorni (dunque entro lo scorso 1° marzo) la definizione delle modalità di attuazione della misura sperimentale e della platea dei beneficiari. Nel decreto si specifica che i soggetti che possono usufruire dei benefici della distribuzione alimentare possono essere gli stessi in condizione di povertà assoluta contenuti negli elenchi delle Organizzazioni partner Territoriali (OpT) della distribuzione del programma Fead (il Fondo europeo di aiuti agli indigenti); ma anche altri soggetti segnalati dai servizi sociali territoriali competenti o da altre organizzazioni del Terzo Settore.
Nel prossimo step sarà la Conferenza Unificata a individuare – su proposta del Lavoro – alcuni comuni capoluogo di città metropolitana dove iniziare la sperimentazione con la distribuzione di prodotti invenduti dei negozi, perché non idonei alla vendita a causa di confezioni rovinate o prossime alla scadenza, da distribuire gratis (è previsto il riconoscimento delle spese di confezionamento, stoccaggio, trasporto e distribuzione dei prodotti alimentari). Nell’individuazione delle città si terrà conto anche della concentrazione dei tassi di povertà che insistono sui territori, oltre che della necessità di assicurare un’equa distribuzione sul territorio nazionale delle risorse disponibili.
Nel terzo step, dopo la pubblicazione dell’avviso non competitivo a cura della dg per la Lotta alla povertà e per la programmazione sociale del ministero del Lavoro, i comuni capoluogo individuati potranno presentare i progetti di reddito alimentare prevedendo forme di coinvolgimento degli enti del Terzo Settore presenti sul territorio, e, in particolar modo, quelli già aderenti al programma Fead, con la partecipazione degli esercizi commerciali che donano l’invenduto. Parte delle risorse può essere destinata allo sviluppo di una applicazione informatica per prenotare e ritirare i pacchi alimentari presso uno dei centri di distribuzione, riceverli a domicilio (nel caso di categorie fragili), e per il tracciamento dei prodotti donati.
Questo nuovo strumento si affianca alle altre iniziative di distribuzione di beni alimentari per contrastare l’indigenza grave. Dal Fondo nazionale presso il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, ai già citati programmi Fead per il 2014-2020, e Inclusione e lotta alla povertà per il 2021-2027.