Resta in area positiva anche in aprile la redditività degli allevamenti di suini. Lo confermano le analisi del Crefis, il Centro per le ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell’Università Cattolica di Piacenza diretto da Gabriele Canali.
Nelle prime settimane di maggio, tuttavia, la situazione di mercato ha cambiato direzione, con una brusca discesa dei prezzi.
Ma è presto parlarne ora, e tornando alle analisi del Crefis, riferite al mese di aprile, si segnala che per le aziende a ciclo chiuso, dove si realizzano tutte le fasi della produzione, si registra una variazione pari a +3,8% a livello congiunturale e +19,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
La situazione resta favorevole per gli allevatori che godono di aumenti dei prezzi dei suini da macello pesanti e di costi per l’alimentazione in rallentamento.
Il mercato mostra infatti, ad aprile, un prezzo medio mensile dei suini pesanti da macello del circuito tutelato pari a 2,227 euro/kg, ovvero l’1,6% in più rispetto al mese precedente e +31% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
Ciclo aperto
Analizzando la situazione per le diverse fasi produttive, sempre nel periodo preso in esame, per l’attività di svezzamento si registra un aumento dell’indice Crefis di redditività pari al +2,3% su base congiunturale e +15,1% su base tendenziale.
Ciò è dovuto al livello di prezzo raggiunto dai suinetti da 7 kg quotati in aprile 70,430 euro/capo, il che ha implicato una variazione pari a +0,4% rispetto a marzo e +17,7% rispetto allo scorso anno.
Un buon andamento della redditività ad aprile si registra anche per la fase di accrescimento che dalla compensazione tra il maggior esborso per l’approvvigionamento dei suinetti da 7 kg e l’aumento delle quotazioni dei suini da allevamento ha fatto registrare, a livello congiunturale, una variazione positiva del 6,7% (anche il confronto tendenziale resta favorevole: +34,5%).
I capi da 30 kg hanno infatti raggiunto ad aprile un valore di 4,571 euro/kg, in crescita del 4,7% mese su mese e del 39,2% anno su anno.
Infine, risulta in rialzo anche l’indice di redditività della fase di ingrasso che ad aprile ha segnato +2,2% su base mensile e +9,3% su base annua.
Macellazione
Per ciò che concerne il comparto della macellazione, ad aprile si assiste a un calo dell’1,5% delle quotazioni delle cosce fresche della tipologia pesante destinate al circuito tutelato che sono scese a 6,115 euro/kg; resta ancora positivo però il raffronto anno su anno (+16%).
Anche le cosce fresche destinate a produzioni non tipiche mostrano un andamento sfavorevole delle quotazioni che ad aprile sono scese del 2,2% facendo registrare un valore di 5,150 euro/kg.
Anche in questo caso la variazione tendenziale rimane positiva (+12,4%).
Buona la situazione dei prezzi per il lombo taglio Padova che, sempre ad aprile, fa quotare 4,850 euro/kg (+4,9% il dato congiunturale); per il lombo taglio Bologna, invece, il prezzo è calato dell’1,7% rispetto al mese precedente fermandosi a 4,300 euro/kg.
Le variazioni tendenziali restano positive per entrambi i prodotti: +2,1% e +2,7%, rispettivamente.
Sul fronte della redditività il calo dei prezzi dei principali tagli di carne e l’aumento del costo dei suini da macello pesanti ha peggiorato ulteriormente la situazione del comparto, che mostra, in aprile, un indice Crefis di redditività in flessione dell’1,9% a livello congiunturale e del 14,4% a livello tendenziale.
Stagionatura
Sempre nel mese di aprile il comparto della stagionatura ha visto le quotazioni dei prosciutti stagionati destinati al circuito Dop rimanere stabili, mentre sono cresciute quelle dei prosciutti destinati al circuito non tutelato che hanno così toccato nuovi livelli record.
Più precisamente il prezzo del Prosciutto di Parma stagionato 12 mesi in aprile si è stabilizzato a 10,700 euro/kg rimanendo ancora al di sopra delle quotazioni dello stesso periodo del 2022 (+7,9%).
Situazione favorevole invece per il prezzo del prosciutto stagionato non tipico che nel mese preso in esame ha raggiunto i 8,250 euro/kg (+4,6% la variazione congiunturale e +22,6% il dato tendenziale).
Per ciò che concerne la redditività del mese di aprile si assiste a un peggioramento della situazione relativa al prodotto Dop mentre quella del prodotto non tutelato migliora.
In particolare, per il Prosciutto di Parma stagionato 12 mesi l’indice di redditività Crefis è diminuito mese su mese dell’1,6%, trascinato dall’aumento dei prezzi delle cosce fresche a inizio stagionatura e dai valori fermi dell’output.
Al contrario, il prosciutto della tipologia pesante destinato al circuito non tutelato, grazie alle quotazioni in aumento che hanno compensato i costi, in aprile ha visto aumentare la redditività sia a livello congiunturale (+3,1%) che a livello tendenziale (+0,6%).
Grazie a questo recupero, gli attuali livelli tornano ad essere leggermente superiori rispetto a quelli dello scorso anno.
Il differenziale di redditività tra il Prosciutto di Parma dop e il prodotto generico si è quindi ridotto, pure restando ampiamente a favore del prodotto tipico: +22,2% per i prosciutti pesanti e +31,8% per i leggeri.
Agronotizie