In 11 anni la superficie biologica italiana è aumentata di un milione di ettari. Lo conferma l’ultimo rapporto pubblicato da Ismea dal titolo ‘Bio in cifre 2022’. La Sau (superficie agricola utilizzata) biologica nazionale è così suddivisa: 45% seminativi, 26% superfici a prati e pascolo, 23% legnose agrarie, 3% ortive. Tra i seminativi – che aumentano complessivamente del +10,4% nel 2021 – i valori più performanti rispetto al 2020 sono dei cereali (+2,7%) trainati soprattutto dai maggiori investimenti a grano duro (+5,5%) e grano tenero (+17,2%). Sul fronte degli ortaggi, la categoria nel complesso subisce un decremento del -13,4%, pari a 9.277 ettari, ma se a calare sono le categorie degli ortaggi a foglia o a stelo (-13,8%), degli ortaggi a tubero e a bulbo (-8,1%) e dei legumi (-30,7%), risultano in controtendenza le superfici a brassicacee (+21,7%) e degli ortaggi coltivati per il frutto (+2,6%). Crescono del +3,5% le colture permanenti, soprattutto per la frutta da zona temperata (+5,9%), da zona subtropicale (+13,3%), a guscio (+3,3%) e dei piccoli frutti (+8,7%). Calano invece le superfici destinate agli agrumi, dove si riducono soprattutto le superfici bio ad arance (-17,6%). Crescono i vigneti (+9,2%), gli oliveti (+0,5%) e i noccioleti (+11,1%). Per quanto riguarda la distribuzione geografica, oltre il 50% della Sau biologica nazionale si trova in cinque regioni, nell’ordine: Sicilia, Puglia, Toscana, Calabria ed Emilia-Romagna.
Sul fronte della zootecnia, rispetto al 2020, l’aumento dei capi negli allevamenti biologici è del +3% per i bovini, +0,5% per i suini, mentre è in diminuzione il contingente degli ovini e dei caprini, rispettivamente del -7,6% e del -5,3%. Positiva la tendenza per il comparto avicolo nel quale il pollame cresce del +20,6% superando i cinque milioni di capi.